Ucraina Russia, le news sulla guerra di oggi | Paura per i 260 soldati arresi: «Potrebbero essere giustiziati». A Mariupol migliaia di ceceni
di Lorenzo Cremonesi, Giusi Fasano, Marco Imarisio, Marta Serafini
Le news di mercoledì 18 maggio sulla guerra, in diretta. A Kiev parte il primo processo per crimini di guerra: Vadim Shishimarin, 21 anni, è accusato di aver ucciso deliberatamente un civile di 62 anni che era in bici

• La guerra in Ucraina è arrivata all’84esimo giorno.
• Sia Kiev che Mosca confermano che i negoziati sono al momento sospesi.
•
Finlandia
e Svezia hanno chiesto ufficialmente l’ingresso nella Nato: i leader dei due Paesi saranno giovedì da Biden. Il presidente turco Erdogan si è detto contrario all’adesione.
• Oggi la Duma, la camera bassa del Parlamento russo, esaminerà una
bozza di risoluzione che vieta lo scambio dei combattenti ucraini arresi
e evacuati dall’acciaieriaAzovstal.
• Oggi in Italia si vota alla Camera la conversione del decreto Ucraina, già approvato al Senato. Il governo ha posto la fiducia.
Ore 07:50 – La Duma «valuterà l’uscita di Mosca da Oms e Wto»
La camera bassa del
Parlamento russo – la Duma – si sta distinguendo, in queste settimane,
per le sue posizioni sempre più estreme, cui dà spesso voce il
presidente dello stesso organismo, Vjaceslav Volodin.
Nelle prossime ore — secondo quanto riportato dal quotidiano
economico Kommersant, un tempo tra i più autonomi e rispettati della
scena giornalistica russa — la Duma potrebbe valutare il possibile
ritiro del Paese dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e
dall’Organizzazione mondiale del commercio (Wto).
Il quotidiano cita il vicepresidente della Duma, Pyotr Tolstoj.
Ore 07:39 – Il flop economico degli autocrati, da Xi a Putin
(Federico Fubini)
Tre anni fa, il direttore del «Financial Times» fu scortato lungo i
corridoi del Cremlino fino alla sala dove doveva incontrare Vladimir
Putin. Il giornalista, Lionel Barber, era al suo ultimo grande colpo
prima di lasciare la guida del quotidiano di Londra. Putin quel giorno
del 2019 affidò a Barber parole memorabili: «L’idea liberale è diventata
obsoleta. È entrata in conflitto con gli interessi della maggioranza
schiacciante della popolazione. Chi non prende rischi non beve mai
champagne».
Non è trascorso molto tempo da queste dichiarazioni, eppure
sembrano di un’era passata. Gli ultimi giorni hanno consegnato ai grandi
autocrati dati economici che riflettono impietosamente i loro evitabili
errori.
(Qui l’articolo completo di Federico Fubini, con i dati del «flop economico» degli autocrati)
Ore 07:35 – «Qualcuno vuole trascinarci in guerra»
(Greta Privitera)
Natalia Gavrilita ripete «pace», «calma» e «negoziati» come fosse un
mantra. Pesa ogni parola con precisione perché in un attimo l’equilibrio
fragile del suo Paese potrebbe essere messo in discussione da una
dichiarazione di troppo.
La prima ministra moldava, 44 anni, dal 2021 accanto alla
presidente europeista Maia Sandu, non poteva immaginare che durante il
suo mandato avrebbe dovuto affrontare una crisi internazionale di questa
portata.
Mentre Putin bombarda, lei si ritrova a essere la premier del Paese
più povero d’Europa — fino al 1991 parte dell’Unione Sovietica — e
totalmente dipendente dal gas russo. Con a est l’Ucraina dilaniata da
una guerra e nei suoi confini una regione separatista troppo simile al
Donbass per stare tranquilli: la Transnistria.
Da fine aprile, in Transnistria alcune «esplosioni misteriose» hanno
alzato il livello di allarme. I russi, accusati di mire
espansionistiche, dicono: «Sono stati gli ucraini». Per gli ucraini
«sono stati i russi».
Secondo lei chi è il mandante di quelle esplosioni?
«Una cosa mi è chiara: questi incidenti sono causati da parti
interessate che cercano di destabilizzarci e trascinarci in una guerra
indesiderata. Sono attacchi mascherati per creare panico e insicurezza».
La Svezia e la Finlandia stanno per entrare nella Nato abbandonando la neutralità. Anche voi siete neutrali.
«Sì, e vogliamo restarlo. La neutralità della Moldavia è sancita
dalla costituzione ed è ampiamente sostenuta dalla popolazione».
Non avete aderito alle sanzioni contro la Russia.
«La nostra è una situazione precaria, abbiamo aderito a molte
dichiarazioni che condannano la guerra contro l’Ucraina e abbiamo
intrapreso tutte le azioni che per noi risultano possibili,
proporzionate alle nostre risorse. Gli amici ucraini capiscono».
In che rapporti siete con Putin?
«Siamo un Paese pacifico e neutrale che crede nel dialogo
diplomatico. Però c’è forte preoccupazione per le nostre risorse
energetiche».
Qui l’intervista integrale
Ore 07:32 – Perché, per Zelensky, è «il giorno più duro»
(Andrea Nicastro) «Un giorno difficile» dice il presidente Zelensky nel video per l’uscita dei suoi soldati dalla trappola di Mariupol.
Eppure, è il giorno in cui esseri stremati, amputati, affamati
lasciano i bunker e tornano umani, riconquistano la speranza di un
destino diverso.
Certo, dal punto di vista militare è «un giorno difficile» perché
Mariupol cade. Il corridoio tra Russa e Crimea è completo e permette a
Mosca di mantenere il suo status di superpotenza. Su quella lingua di
terra, potranno viaggiare testate nucleari fino al porto di Sebastopoli e
finire nei sottomarini che garantiscono la reazione atomica contro
qualunque aggressore. Militarmente, Mariupol è una preda indispensabile
per le ambizioni russe, ma allo stesso tempo un’amputazione dolorosa per
l’Ucraina. Inaccettabile, nelle dichiarazioni pre-trattativa.
Ma per il presidente Zelensky il giorno è «difficile» anche per un
altro motivo. Il suo ordine ai resistenti di Mariupol di cessare i
combattimenti è anche un colpo alla leggenda del patriottismo ucraino.
Eppure questo potrebbe essere un momento di svolta positivo.
(Qui l’articolo completo)
Pages: 1 2