Il partito putiniano d’Italia

La domanda chiama anche in causa il problema rappresentato dalle nostre debolissime istituzioni. Si sta facendo strada l’idea che occorra tornare alla proporzionale. E, in effetti, sembra al momento l’unica strada percorribile. Sorvolo sul fatto che, come forse si può capire, questa è un’ammissione sofferta per chi, come chi scrive, ha difeso per trent’anni l’idea di una democrazia maggioritaria. Ma ciò che oggi più conta è che con la legge attuale, dopo le elezioni, si formerebbe sicuramente un governo, vinca la destra o vinca la sinistra, disunito su quasi tutto e, soprattutto, disunito sull’essenziale: la posizione internazionale del Paese. La proporzionale non ci garantisce contro questo rischio ma, almeno, lascia aperta la possibilità che, per via parlamentare, si formi una coalizione con una qualche unità di intenti sulla politica estera. Per lo meno, se la forza del partito putiniano (il potenziale «grande centro» — 5Stelle, Lega , Berlusconi — di cui ha scritto Paolo Mieli sul Corriere del 23 maggio), oggi maggioritario in Parlamento, verrà seriamente ridimensionato dalle scelte degli elettori. Forse bisogna scommettere sul fatto che, quando cambiano i sistemi elettorali, cambiano anche, almeno in parte, l’offerta politica e, per conseguenza, le possibilità di scelta degli elettori.

In ogni caso, chi crede che basterebbe il ritorno alla proporzionale per mettere in sicurezza la Repubblica, si sbaglia di grosso. Tanto per fare un solo esempio: basterebbe la proporzionale o bisognerebbe introdurre altri correttivi per ridare funzionalità al Parlamento dopo la scriteriata (perché fatta in quel modo) riduzione dei parlamentari? Pd e Fratelli d’Italia dovrebbero smetterla di piantare, in materia costituzionale, solo bandierine identitarie. Il Pd, con la sua tradizionale ossessione per la difesa della Costituzione così com’è, «nata dalla Resistenza eccetera eccetera», difende di fatto una democrazia assembleare con governi deboli continuamente in balia di qualunque fazione e fazioncina parlamentare. Fratelli d’Italia non sa fare di meglio: si limita ad agitare, per ragioni identitarie, il vessillo presidenziale ben sapendo quanto ciò sia, costituzionalmente parlando, irrilevante. Oltre a tutto: che significa presidenzialismo? L’America latina è la patria del presidenzialismo in pessime versioni. E il semi-presidenzialismo francese non ha funzionato solo grazie alla elezione diretta del presidente e al sistema maggioritario a doppio turno. Ha funzionato anche perché poteva disporre di un’alta dirigenza amministrativa di qualità, cosa che non c’è da noi.

Dismettete entrambi, Pd e Fratelli d’Italia, le bandierine, fate un bel disarmo simmetrico e bilanciato, e cominciate sul serio a discutere su come rafforzare le istituzioni di governo. Ne avete entrambi interesse. Partiti deboli e istituzioni di governo deboli: è la peggiore combinazione possibile per la Repubblica in questa nuova e pericolosissima fase della storia del mondo. Ci sono sicuramente dirigenti politici che lo hanno capito. Ma non c’è alcuna necessaria relazione fra capire le cose e fare qualcosa.

CORRIERE.IT

Rating 3.00 out of 5

Pages: 1 2


No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.