Draghi fa sfogare i partiti. Ma Pnrr e atlantismo “punti non negoziabili”

Ma le incomprensioni nella maggioranza non si limitano alle materie legate alle riforme necessarie ad ottenere i fondi del Pnrr come concorrenza, fisco o giustizia. Ci sono anche i temi etici, dal Ddl Zan ai diritti di cittadinanza. E poi c’è il superbonus, il reddito di cittadinanza (con Italia viva che ha lanciato una raccolta firme per abolirlo), la legge elettorale. Per non parlare del delicatissimo fronte della guerra e dell’invio delle armi all’Ucraina. Ieri, peraltro, il M5s – insieme a FdI, che però non è partito della maggioranza – è tornato a chiedere che Draghi riferisse in Parlamento prima del Consiglio europeo straordinario in programma a Bruxelles lunedì e martedì. Con buona pace del fatto che l’informativa del premier davanti a Camera e Senato risale a giovedì scorso. È, insomma, piuttosto recente.

L’ex Bce, dal canto suo, continua a lavorare sul fronte della politica estera. Ieri a Palazzo Chigi ha incontrato il presidente del governo della Repubblica della Macedonia del Nord, Dimitar Kovachevski. Al centro dei colloqui il processo di allargamento dell’Unione europea ai Paesi dei Balcani occidentali e, ovviamente, la situazione in Ucraina. Tema che sarà al centro anche della visita di Draghi in Turchia già in agenda per inizio luglio, quando ad Ankara incontrerà Recep Erdogan per fare il punto sia del conflitto tra Mosca e Kiev che sull’allargamento della Nato, senza dimenticare ovviamente il delicatissimo dossier energetico. Ma ancora prima, probabilmente a metà giugno, Draghi è atteso in Israele, che proprio negli ultimi mesi sta riallacciando un dialogo con la Turchia anche in nome della politica energetica. Sia Gerusalemme che Ankara, infatti, sono snodi fondamentali per le forniture di gas e sarà proprio questo il dossier più importante su cui punterà Draghi nella sue trasferte in Israele prima e Turchia poi.

IL GIORNALE

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