Il referendum e i suoi sottintesi
Il che conduce al secondo aspetto: la prudenza dei partiti, a cominciare dal Pd schierato per il “no”, ma comprensivo per chi voterà “si”. Qui, non c’è dubbio, pesa il desiderio di non consentire una vittoria a Salvini che la userebbe per tirarsi fuori dal ginepraio in cui si è cacciato. Ma ci sono, è ovvio, anche altre considerazioni che non valgono solo per il Pd. I referendum sono pur sempre una sfida alla magistratura nel momento in cui la ministra Cartabia propone il suo saggio di equilibrismo. Chi vuole scuotere l’albero non se ne cura, perché vede che da tempo “i poteri sono alterati”. Chi invece ha responsabilità politiche si muove con cautela e spera che il quorum non sarà raggiunto. Come si è detto, niente di nuovo sotto il sole romano.
REP.IT
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