Ucraina Russia, news sulla guerra di oggi | Ira di Putin per le super armi Usa a Kiev. Zelensky: Donbass, situazione difficile ma tornerà nostro
di Francesco Battistini, Andrea Marinelli, Guido Olimpio, Marta Serafini
Le notizie di sabato 28 maggio sulla guerra, in diretta. Salvini prepara la visita a Mosca. Kadyrov: un gruppo di combattenti ceceni ha preso il pieno controllo della linea di contatto con «i nazionalisti ucraini»
• La guerra in Ucraina è arrivata al 94esimo giorno: qui lo speciale sui tre mesi di conflitto.
• I russi avanzano nel Donbass. Zelensky: «È genocidio». Biden pronto a inviare armi più potenti.
• Salvini pensa alla possibilità di una visita a Mosca – ma nella mattinata di oggi ha anche affermato che «è difficile» e che «se vado, non è a nome del governo».
• Ieri la telefonata tra Draghi e Zelensky:
«Dobbiamo sbloccare i porti insieme per prevenire una crisi
alimentare». Putin accusa gli ucraini per le mine nei porti che fermano
le navi con i carichi di grano e per i negoziati sospesi.
• La Chiesa ortodossa ucraina si stacca da Mosca e si dichiara indipendente.
• Secondo il sito di notizie Meduza, la Russia starebbe valutando un secondo assalto a Kiev, forse in autunno.
Ore 08:53 – La «mobilitazione segreta» in Russia
Pochi giorni fa, la
Russia ha cancellato alcuni dei limiti per l’arruolamento — in
particolare, quello «superiore», che era finora in vigore, e che
impediva di arruolare gli over 40.
Secondo Kiev, però, le operazioni di mobilitazione in corso a Mosca sono ben più ampie.
«In Russia sono in corso misure di mobilitazione segrete», scrive su
Facebook lo Stato Maggiore Generale delle Forze Armate dell’Ucraina,
secondo cui, tra l’atro, «continua la formazione degli ufficiali di
riserva per le esigenze delle unità dell’aeronautica e delle forze di
difesa aerea negli istituti di istruzione della Repubblica di
Bielorussia».
Ore 08:34 – Perché siamo entrati nella «terza fase» della guerra
(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Dopo tre mesi di combattimenti intensi, la resistenza è in grande difficoltà nell’est del Paese, dove i russi — aggiustate tattiche e obiettivi — stanno avendo la meglio.
Proprio questi rovesci hanno convinto gli Stati Uniti a compiere un nuovo passo in avanti nell’invio di armi.
La prossima settimana gli Usa dovrebbero approvare un nuovo pacchetto di aiuti che comprenderebbe anche gli Mlrs, con i quali la resistenza può ingaggiare obiettivi da lunga distanza e con precisione.
Sono sistemi composti da 12 tubi che sparano razzi da 300 chilogrammi. La gittata massima — dipende dalle munizioni — può arrivare a 300 chilometri, ben più ampia di qualunque mezzo attualmente in dotazione agli ucraini.
Il governo di Kiev chiede però anche i sistemi Himars (High Mobility Artillery Rocket System), che sparano razzi simili ma sono più leggeri e manovrabili. È un’arma devastante contro concentrazioni di truppe e mezzi: essendo mobile, spara e si sposta rapidamente sottraendosi al fuoco nemico.
Con queste armi, si entrerebbe in una «terza fase» del conflitto, e del supporto occidentale all’Ucraina: «La prima “ondata” di armi ha permesso un “contenimento”, poi gli ucraini hanno sollecitato una mossa ulteriore: carri armati, aerei, armi pesanti per provare a riconquistare territorio. Gli Stati Uniti hanno risposto nei primi giorni d’aprile. E tra la fine di aprile e metà maggio c’è stato un altro momento importante, proiettato verso il futuro. Al vertice di Ramstein, in Germania, i Paesi donatori hanno deciso una transizione dell’esercito ucraino verso i prodotti Nato, che permetterà di fornire armi e soprattutto munizioni — di cui c’è continua necessità — senza doverle racimolare alla «fiera» dell’Est Europa».
Qui sotto, il grafico con le «tre fasi» di guerra.
La terza fase della guerra contro la Russia
Ore 08:21 – L’India aggira le sanzioni occidentali: il «doppio gioco» di Modi
(Federico Rampini)
I motori dell’Air Force One erano ancora caldi per la lunga trasferta
di Joe Biden in Asia, dove il presidente americano aveva partecipato
anche a un vertice del Quad, il quadrilatero strategico in funzione
anti-Cina che include India, Giappone, Australia.
Ed ecco che da Delhi è arrivato l’ennesimo tradimento. Altro che allinearsi con l’America sulla guerra in Ucraina.
Il governo di Narendra Modi ha annunciato che l’India continuerà a comprare petrolio dalla Russia. Più di prima.
Delhi e Mosca stanno mettendo a punto un meccanismo finanziario per facilitare i pagamenti e gli scambi fra rublo e rupia aggirando le sanzioni occidentali contro Vladimir Putin.
L’India si sta comportando in modo perfino più «sfacciato» della
Cina. Le aziende di Stato cinesi sono più circospette nelle loro
transazioni con la Russia perché non vogliono finire a loro volta sulla
lista nera delle sanzioni. Il governo Modi invece procede alla luce del sole,
incrementa i propri acquisti di energia dalla Russia, e lo fa con
grande abilità negoziale: ottiene sconti molto sostanziali rispetto ai
prezzi di mercato.
(L’articolo completo firmato da Federico Rampini è qui, ed è tratto dalla newsletter Global, che Federico Rampini invia ogni sabato: per iscriversi, basta andare qui)
Ore 08:15 – «Ci sono diecimila russi, in questa regione»
Due giorni fa, il
governatore della regione di Luhansk, Sergiy Gaidai, aveva parlato dello
«choc» della popolazione e dei militari, vedendo i soldati russi
«uscire da ogni parte».
Oggi — parlando alla tv nazionale ucraina — prova a dare una
dimensione numerica a quello choc: ci sarebbero, ha spiegato, «diecimila
truppe russe» nella sua regione. E si tratta di «unità stanziate in
modo permanente nella regione, che stanno cercando di assaltarla e di
conquistare terreno in qualsiasi direzione».
Ore 07:47 – I russi hanno conquistato una città strategicamente importante
Ormai è un appuntamento noto: ogni giorno, il ministero della Difesa britannico pubblica un report che fa il punto sull’andamento delle operazioni sul campo. Ed è un report colmo di informazioni di enorme rilevanza — anche perché la Gran Bretagna ha mostrato di avere, fino ad ora, informazioni estremamente accurate su ciò che accade tra Mosca e Kiev.
Quello di oggi, però, è un report preoccupante per l’Ucraina. Perché l’intelligence militare di Londra spiega che «il 27 maggio, le forze russe hanno probabilmente catturato la maggior parte della città di Lyman, nel nord dell’Oblast di Donetsk, in quella che probabilmente è un’operazione preliminare per la prossima fase dell’offensiva russa nel Donbas».
Si tratta di una conquista «strategicamente importante», perché Lyman «è sede di un importante nodo ferroviario e dà accesso a importanti ponti ferroviari e stradali sul fiume Siverskyy Donets».
«Nei prossimi giorni», quindi , «è probabile che le unità russe nell’area diano priorità alla forzatura dell’attraversamento del fiume»: e «una testa di ponte vicino a Lyman darebbe alla Russia un vantaggio nella potenziale prossima fase dell’offensiva nel Donbass, quando probabilmente cercherà di avanzare verso le città chiave controllate dagli ucraini più in profondità nell’Oblast di Donetsk, Sloviansk e Kramatorsk».
«Se la Russia riuscisse a conquistare queste aree, molto probabilmente il Cremlino lo vedrebbe come un risultato politico sostanziale e lo ritrarrebbe al popolo russo come una giustificazione dell’invasione».
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