Settecento milioni al giorno per la guerra dello zar. La Russia ha già esaurito il 70% della forza militare
di Francesco Verderami
ROMA Quella che doveva essere un’«operazione militare speciale», si sta rivelando per Putin una guerra onerosa in termini di uomini, mezzi e soldi. Dal 24 febbraio, data d’inizio del conflitto, la Federazione russa ha utilizzato in Ucraina il 70% della sua forza militare convenzionale, con un impegno economico quotidiano che si aggira attorno ai settecento milioni di euro. Sono numeri elaborati da centri di analisi occidentali in possesso della Nato e dei Paesi che ne fanno parte. Danno la misura dello sforzo di Mosca pur di soggiogare Kiev. Testimoniano una volta di più quanto fossero «sopravvalutate le capacità belliche» degli invasori, come ha detto anche Draghi. Sono il motivo per cui Putin ha dovuto rivedere i suoi piani iniziali.
Nel primo mese di guerra la Russia ha impiegato le migliori risorse a sua disposizione. Ma la resistenza ucraina le ha inflitto perdite considerevoli: sono circa trentamila gli uomini lasciati finora sul campo insieme alla distruzione dei mezzi a tecnologia più avanzata, sostituiti con truppe poco addestrate e carri armati degli anni Sessanta. Così lo sforzo è stato concentrato in una porzione di territorio ed è stato sostenuto soprattutto da attacchi missilistici: «Duemilaquattrocento, con testate di diverso tipo», secondo quanto ha riferito Zelensky. Nel Donbass — in base alle rilevazioni dell’Alleanza atlantica — i militari russi procedono «a ondate», potendo contare su un rapporto di forza che in principio era di due a uno in loro favore. E che si è ulteriormente sbilanciato perché gli ucraini non hanno ricambi.
Ma proprio per l’errato calcolo bellico iniziale di Putin, «la guerra non ha preso un’inerzia definita»: lo spiega un autorevole esponente dell’esecutivo italiano, secondo il quale «senza situazioni impreviste e imprevedibili che facciano di colpo cambiare le sorti del conflitto, e senza gli spiragli di pace a cui si è riferito Draghi, si andrà avanti per mesi». Anche perché c’è una avvertenza che il ministro della Difesa Guerini ha posto in una riunione di governo: «Conquistare il territorio è cosa diversa dal controllarlo». Un modo per spiegare che i russi non hanno certezza di consolidare la loro avanzata su aree così vaste del Paese: visti gli uomini e i mezzi attualmente a disposizione, sarebbero comunque in difficoltà. Usano l’artiglieria per colpire a distanza, hanno ripreso i bombardamenti aerei notturni. Ma sul campo è un’altra cosa.
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