Ucraina Russia, news sulla guerra di oggi | Lavrov: «Putin malato? Solo voci». Zelensky licenzia il capo della sicurezza di Kharkiv
di Francesco Battistini, Marta Serafini, Andrea Marinelli, Guido Olimpio
Le notizie di lunedì 30 maggio sulla guerra, in diretta. Le forze russe avanzano nel centro della città di Severdonetsk. Potente esplosione a Melitopol. Forti perdite tra i giovani ufficiali del Cremlino

• La guerra in Ucraina è arrivata al 96esimo giorno: la Russia continua la sua avanzata, lenta ma devastante, nel Donbass. La città di Severodonetsk, ha detto il leader ucraino, «è praticamente distrutta».
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Nella giornata di domenica, Zelensky ha fatto visita al fronte, vicino
alla città di Kharkiv, nell’est del Paese: è la prima volta dall’inizio
dell’invasione che il presidente ucraino ha lasciato la zona della
capitale.
• Oggi il presidente turco Erdogan dovrebbe sentire al
telefono Putin e Zelensky. Il ministro degli Esteri russo, Sergei
Lavrov: «Putin non dice mai di no di fronte alla richiesta di colloqui
di altri leader. La nostra priorità è la liberazione del Donbass».
• Gli hacker filorussi di Killnet tornano a minacciare l’Italia: lunedì «faremo un colpo irreparabile», il loro messaggio.
• L’Ue non
ha ancora trovato un’intesa sul sesto pacchetto di sanzioni contro la
Russia. Slitta un accordo sull’embargo del petrolio russo; sul tavolo l’ipotesi di un tetto al prezzo degli idrocarburi.
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Il consigliere del sindaco di Mariupol ha postato su Telegram una foto,
raccapricciante, di corpi ammassati dai russi in un supermercato. «A
Mariupol i russi buttano cadaveri di civili ucraini in un supermercato.
Li ammassano come in una discarica», ha detto.
Ore 08:36 – Kiev, forze russe avanzano nel centro di Severodonetsk
Le forze russe sono avanzate verso il centro di Severodonetsk. Lo scrive su Telegram Sergei Gaidai, capo della regione di Lugansk. «I russi stanno avanzando verso il centro della città. I combattimenti continuano, la situazione è molto difficile». Aggiungendo che i «soldati russi uccisi non vengono portati via e l’odore di decomposizione ha riempito la zona».
Ore 08:25 – Potente esplosione nel centro di Melitopol
Una grande esplosione si è verificata questa mattina nel centro di Melitopol. Secondo quanto fonti ucraine è avvenuta non lontano dal quartier generale delle forze russe quindi — riporta Ria Melitopol — e non è escluso che si possa trattarsi di un’azione messa in campo dalla resistenza ucraina.
Ore 08:20 – Borrell: embargo sul petrolio? Accordo entro il pomeriggio
«Raggiungeremo un accordo sul prossimo pacchetto di sanzioni entro lunedì pomeriggio». Lo ha annunciato alla radio France Info l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue, Josep Borrell, in vista del Consiglio europeo che dovrà decidere sul nuovo round di sanzioni contro la Russia. «Nel prossimo pacchetto di sanzioni contro la Russia non falliremo sull’embargo petrolifero», ha confermato Borrell, ribadendo che «alla fine ci sarà un accordo», malgrado la resistenza dell’Ungheria.
Ore 08:05 – La Nato: «Non abbiamo più vincoli che ci impediscano di mettere truppe nell’Est europa
Mircea Geoana, il vice
segretario generale della Nato, ha spiegato che l’Alleanza atlantica non
è più vincolata a intese del passato che le impedivano di schierare
truppe nell’Est dell’Europa, perché Mosca ha «svuotato di senso» il
patto tra Nato e Russia attaccando l’Ucraina.
«Mosca», ha detto, «ha aggredito un Paese vicino e interrotto il
dialogo con la Nato. Credo che il patto» del 1997 «sia ormai svuotato di
significato. Ora non abbiamo vincoli che ci impediscano di irrobustire
adeguatamente il fianco est della Nato», con una presenza «robusta,
flessibile e sostenibile».
Ore 07:56 – L’ex consigliere di Putin e l’ipotesi del viaggio di Salvini: «Ben venga, è leader di un partito amico»
(Marco Imarisio) «Se non ci riusciamo con le auto di lusso, va bene anche una bicicletta».
Sergey Markov è un uomo spiritoso. Questo non toglie che l’ex
consigliere di Vladimir Putin dal 2011 al 2018, ex deputato della Duma
dal 2007 al 2012, attuale direttore dell’Istituto di Ricerche politiche a
Mosca, sempre sotto l’egida dell’attuale «verticale del potere» russa,
rimane un uomo molto di parte.
Markov, cosa intende con la similitudine iniziale?
«Credo che la usiate anche voi in Italia… Semplice. Certe mosse
negoziali spettano ai governi in carica. Ai Draghi, ai Macron. Ma se
loro non ce la fanno a recepire le ragioni del nostro Paese , ben
vengano i leader di partiti amici come Salvini. E se falliscono anche
loro, toccherà poi agli scrittori, agli attori, ai cantanti, ai poeti.
Il problema va risolto».
(L’intervista integrale a Markov è qui)
Ore 07:43 – Le «perdite devastanti» della Russia tra i suoi giovani ufficiali
«La Russia ha probabilmente subito perdite devastanti tra i suoi ufficiali di grado medio e inferiore nel conflitto».
A riportarlo — nel suo bollettino quotidiano — è il ministero della
Difesa britannico, che fa riferimento in particolare ai «comandanti di
brigata e battaglione» ma anche ai «giovani ufficiali».
«La perdita di gran parte della generazione più giovane di ufficiali
professionisti aggraverà probabilmente gli attuali problemi nella
modernizzazione del suo approccio al comando e al controllo», afferma il
bollettino, ed è «probabile che i gruppi tattici di battaglione che
vengono ricostituiti in Ucraina dai sopravvissuti di più unità siano
meno efficaci a causa della mancanza di leader giovani».
L’intelligence londinese ha poi fatto riferimento a «molteplici
rapporti credibili di ammutinamenti» tra le file dell’esercito russo,
indicando come «probabile che la mancanza di comandanti di plotone e di
compagnia esperti e credibili provochi un’ulteriore diminuzione del
morale e una continua scarsa disciplina».

Ore 07:27 – I russi sono entrati a Severodonetsk, dice l’Ucraina
Le forze russe sono
entrate a Severodonetsk, la città del Donbass che da giorni è colpita da
una pioggia, senza fine, di colpi di artiglieria pesante («fino a 200
all’ora»).
Secondo quanto riferito dal governatore ucraino della regione di
Luhansk, «l’esercito russo è entrato in città. Non ci sono né gas né
acqua corrente, in città, e non c’è modo di ripristinare quei servizi.
Oltre un milione di persone sono senza acqua».
Il presidente ucraino Zelensky ha spiegato che «il fuoco è così
intenso che i soccorritori non hanno potuto verificare la consistenza
dei danni e il numero delle vittime, l’intera rete infrastrutturale
cruciale della città è già stata distrutta, il 90% delle case sono state
danneggiate».
«La cattura di Severdonetsk è un obiettivo fondamentale» per i
russi, ha aggiunto il presidente ucraino, assicurando che le forze
ucraine stanno «facendo di tutto per respingere questa offensiva».
Ore 07:19 – Le esecuzioni in piazza e le torture, nelle città occupate dai russi
(Marta Serafini)
«Il modello è sempre lo stesso. Prima cambiano la rete e le tv per
diffondere la loro propaganda. Poi prendono gli amministratori locali e
li portano in piazza per torturarli e ucciderli davanti alla popolazione
in modo che non si ribelli».
Alexander Dunets è stato sindaco prima di Scastja, nella regione di
Lugansk, poi di Kreminna nella regione di Donetsk e ha fatto parte
dell’esercito di Kiev. Entrambe le cittadine sono state occupate dai
russi. E da entrambe arrivano racconti terribili.
«Chi è dentro mi manda messaggi disperati. Tutti stanno rintanati
in cantina per paura delle rappresaglie. Ma la moglie di un mio collega
del consiglio comunale mi ha detto che hanno preso suo marito di forza,
lo hanno trascinato davanti al comune e gli hanno sparato davanti a quei
pochi cittadini che si erano azzardati a uscire per cercare un po’ di
cibo».
Non riesce a risvegliarsi dall’incubo anche Mariupol, dove ieri,
secondo quanto denunciato anche dal consigliere del sindaco Petro
Andryushchenko su Telegram, i russi hanno ammassato in un supermercato
di Svybody Avenue una ventina di corpi emersi durante un tentativo di
aggiustare delle tubature dell’acqua danneggiate. «È una discarica di
cadaveri. I russi li stanno portando e li stipano come se fossero
spazzatura», ha scritto Andryushchenko.
(Qui il reportage integrale)
Ore 07:14 – Il saccheggio (segreto) dell’Azovstal
(Federico Fubini)
Il grande furto del tesoro di Mariupol è iniziato. E rischia di portare
con sé una cascata di complicazioni, che potrebbero spingere molti
Paesi anche lontani dalla Russia e dall’Ucraina a decidere una volta per
tutte con chi stare: con la nazione aggredita e derubata dei suoi
prodotti o dalla parte dell’aggressore, che presto potrebbe mettere in
vendita quei beni.
Nella notte fra sabato e domenica — come anticipato ieri dal Corriere —
sono emersi i primi dettagli di quella che sembra un’operazione di
saccheggio del metallo prodotto a Mariupol. Da giorni la città è ormai
in mano all’esercito di Mosca e almeno una nave è già entrata in porto
per prelevare — secondo la parte ucraina — 2.700 tonnellate di prodotti in metallo da trasportare 160 chilometri più a oriente nel porto russo di Rostov.
L’agenzia di Mosca Tass ha confermato l’arrivo del mercantile a
Mariupol, mentre un portavoce del porto ha detto a Reuters che il carico
sarebbe destinato alla città russa sul Mare di Azov.
La reazione di Kiev non si è fatta attendere. «Il saccheggio dei
territori occupati continua — ha denunciato via Telegram la responsabile
per i diritti umani dell’Ucraina Lyudmila Denisova —. Dopo il grano,
gli occupanti si stanno dando a esportare prodotti in metallo».
Ma perché quel materiale è così importante? E come impatta la produzione di chip?
L’articolo integrale qui
Ore 07:10 – Mosca si prepara a riallargare l’offensiva, dopo i successi nel Donbass?
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