Giustizia, Bongiorno: “Csm, riforma da migliorare. Referendum flop? Sarà colpa dei media. Solo critiche per Salvini in Russia”

Quanto a Falcone non era proprio così, ma questa sarebbe un’altra intervista. Però i cittadini non vogliono cancellare la legge Severino sui politici condannati in politica.
“Su Falcone è come le ho detto, se vuole le fornisco alcune dichiarazioni. Per il resto osservo che tanti sindaci sospesi per una condanna per abuso d’ufficio, poi ribaltata in appello, sono stati costretti a lasciare le loro funzioni in balìa degli eventi; tornati in carica, si sono ritrovati ad amministrare dopo un lungo periodo di totale immobilismo. Non possono essere assicurati servizi alla comunità, se nell’amministrazione regna il caos”.

La separazione delle carriere come “cattura voti”? Pure questo tema indigesto. Gli altri due quesiti sul Csm sono di fatto superati dalla riforma del Csm. E poi cosa importa all’uomo della strada se gli avvocati votano nei consigli giudiziari o se ci vogliono le firme per candidarsi al Csm?
“La separazione delle carriere è un baluardo di un sistema veramente liberale. L’equivoco, creato ad arte, è far credere che un processo penale giusto ed efficiente non riguardi i cittadini. Ma, con il sistema attuale, chiunque rischia di restare intrappolato in un ingranaggio infernale e di rimetterci – anche se assolto dopo lunghi anni – libertà, salute, dignità, reputazione, denaro”. 

Renzi dice che il vero traino per i referendum sarebbero stati i tre bocciati dalla Consulta – responsabilità civile diretta, eutanasia e cannabis – mentre i cinque rimasti sono da addetti ai lavori. È così?
“I tre bocciati erano quelli di maggiore appeal per l’opinione pubblica, anche perché di più immediata comprensione, ma i cinque rimasti incidono sul funzionamento del sistema giustizia, dunque riguardano chiunque. Nessun cittadino dovrebbe vivere con il timore di ritrovarsi all’improvviso imputato in un processo penale senza via d’uscita, e senza nemmeno essersi reso conto di cosa ha portato alla sua incriminazione”. 

Lei ha un buon rapporto con la Guardasigilli Marta Cartabia, le farebbe lo sgarbo di far cadere la riforma che va in aula al Senato il 15 giugno?
“Ma quale sgarbo! Ho grande stima del ministro, che ha fatto uno sforzo di mediazione notevole. Chiedere di rendere più incisiva una riforma non significa non volerla. Ribadisco che ha profili positivi e che l’abbiamo già votata alla Camera”. 

REP.IT

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