Usa, AR-15: l’arma usata nelle stragi degli ultimi 10 anni. Perché è così micidiale
di Milena Gabanelli e Francesco Tortora
Nella strage alla scuola elementare di Uvalde, Texas, è stato usato l’AR-15: un fucile semiautomatico progettato dagli americani per il conflitto in Vietnam. Si tratta di un’arma micidiale che spara a raffica proiettili piccoli e velocissimi, colpiscono l’obiettivo a 800 metri al secondo, con caricatori da 45 o 60 colpi. Quando il proiettile colpisce una parte dura, perde stabilità e traiettoria dentro al corpo umano devastandolo. Se colpisce una spalla, il foro di uscita lo trovi dietro la schiena all’altezza del fegato. È un’arma da guerra, ma venduta negli Usa anche come arma da caccia o difesa personale. L’AR-15 è stato utilizzato per compiere la strage di Aurora, Colorado, nel luglio 2012 (14 vittime); Newtown, Connecticut, dicembre 2012 (27 vittime alla scuola elementare «Sandy Hook» di cui 20 bambini tra i 6 e i 7 anni); San Bernardino, California, dicembre 2015 (14 vittime); Orlando, Florida, giugno 2016 (49 vittime); Parkland, Florida, febbraio 2018 (17 studenti al liceo «Marjory Stoneman Douglas»). E infine i 19 bambini e 2 insegnanti di Uvalde. Nessun poliziotto armato di pistola può fronteggiare un soggetto con in mano un AR-15.
Il Secondo emendamento della Costituzione americana risale al 1791, e proclama il diritto dei singoli cittadini a possedere armi per difendersi. Nel 1934 il governo statunitense interviene per la prima volta con una interpretazione restrittiva della norma imponendo limiti e controlli con il National Firearms Act: registrazione di alcune categorie di armi (fucili a canna rigata e fucili a canna liscia inferiore a 18 pollici, armi con silenziatore, mitragliatrici), il divieto di possedere fucili senza il porto d’armi e ne scoraggia l’uso con una tassa di 200 dollari. Nel 1968 c’è un nuovo intervento normativo con il Gun Control Act che vieta trasferimenti interstatali di armi da fuoco e l’acquisto di pistole e fucili per corrispondenza.
Reagan e la lobby delle armi
La storia si allenta negli anni 80, quando Reagan, il primo presidente eletto con l’appoggio della lobby delle armi, la NRA, presenta il «Firearm Owners’ Protection Act», legge che abroga parzialmente le limitazioni, ma stabilisce il divieto della vendita libera di fucili automatici ai civili. Nel 1992 tornano i democratici al potere e Bill Clinton vara il «Brady Bill», che rende più difficile l’acquisto di una pistola, e «l’Assault Weapons Ban», bando sulle armi d’assalto come i fucili semiautomatici tipo l’AR-15, e limita anche il numero di proiettili per caricatore. Nel 2004 l’amministrazione Bush non rinnova il bando, ma la svolta arriva tra il 2008 e il 2010 con le sentenze «District of Columbia v Heller» e «McDonald v City of Chicago». La corte Suprema, presieduta dal conservatore Antonin Scalia stabilisce che possedere armi per la difesa personale è un diritto fondamentale dei cittadini su tutto il territorio nazionale.
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