Ue, la rabbia delle capitali contro l’Ungheria: “Orbán ci sta ricattando, sulle sanzioni andiamo avanti da soli”
Tutto questo, quindi, sta diventando insopportabile per molti dei partner comunitari. Per la prima volta l’ipotesi di approvare il sesto pacchetto sanzionatorio senza l’Ungheria ha iniziato a configurarsi come qualcosa di più di un’opzione teorica. Del resto, il punto più delicato, l’embargo petrolifero, è stato superato martedì scorso al vertice. Il rischio, a questo punto, che qualcun altro si sfili è ridotto. Fino a due giorni fa il timore era che un patto a 26 sull’embargo petrolifero si riducesse a un mini-accordo a 20.
La tentazione, dunque, è forte. Orban subirebbe un isolamento pesantissimo. È già stato ripudiato dal Ppe. L’alleanza populista di Visegrad si è frantumata. Non firmare le sanzioni verrebbe interpretato come il primo passo per uscire o per essere espulso dall’Unione europea. E Budapest potrebbe ritrovarsi a diventare di nuovo un “vassallo” senza voce di Mosca. Come la Bielorussia.
REP.IT
Pages: 1 2