Ucraina Russia, news sulla guerra di oggi | Kiev, 31.000 soldati russi uccisi. Mosca:40 navi da guerra nel pacifico

«Vladimir Putin ha una fede quasi messianica in se stesso» e non ama i critici, specialmente se sono donne: lo ha affermato l’ex Segretario di Stato e candidata alla Casa Bianca, Hillary Clinton.

Clinton, in una conferenza tenuta all’Hay Festival, ha ricordato di aver auto un rapporto costruttivo con l’allora premier Putin fra il 2009 e il 2013, guastatosi dopo le accuse di brogli elettorali da parte di Washington in occasione del voto che lo riportò al Cremlino.

«Da allora Putin assunse un atteggiamento molto antagonistico nei miei confronti, con poche eccezioni, e come sappiamo – malgrado i tentativi di far credere il contrario – fece di tutto per far eleggere Trump alla Casa Bianca». Clinton ha infine sottolineato come la Nato abbia trovato una posizione comune nel sostegno all’Ucraina, il che conferma «la necessità do conservare le istituzioni che abbiamo e cercare di renderle più efficienti in futuro», aggiungendo che se Trump fosse stato rieletto avrebbe probabilmente fatto uscire gli Stati Uniti dall’Alleanza.

Ore 08:32 – Kiev, 261 bambini uccisi e 463 feriti dall’inizio guerra

Sono 261 i bambini uccisi in Ucraina dal giorno dell’invasione russa del Paese. 463 i feriti. Lo rende noto l’ufficio del Procuratore generale ucraino, precisando che il maggior numero delle vittime si registra nelle regioni di Donetsk, Kiev, Kharkiv e Chernihiv.

I bombardamenti di città e villaggi ucraini da parte delle forze armate russe – aggiunge la nota – hanno danneggiato 1.938 istituzioni educative, 182 delle quali sono andate completamente distrutte.

Ore 08:32 – Ucraina e i 100 giorni di guerra: i volti e l’orrore, istantanee di una tragedia

(Roberto Saviano) Le foto. Sono loro che hanno permesso di farci vedere questi cento giorni di guerra. Sono i reporter che hanno sconfitto la propaganda di regime. Sono queste foto che hanno permesso di vedere la guerra nel più difficile momento che possa vivere la comunicazione umana. In Siria mancarono questi eserciti di reporter per smontare le bugie del regime che usava il gas sulla propria gente per poi smentirlo. E anche in Italia ciarlatani d’ogni tipo diffusero la menzogna nonostante molte, moltissime prove (ma tutte o quasi del posto) che quei gas non furono mai stati usati o non fossero opera di Assad. In Ucraina occhi di tutto il mondo hanno fotografato, misurato, scattato, mappato quello che stava accadendo. Difficilissimo quindi è stato per il regime manipolare, negare, nascondere.

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Ore 08:30 – Putin «ha un cancro in fase avanzata, curato ad aprile»: il report dell’intelligence Usa

(Dal nostro corrispondente – Giuseppe Sarcina) Washington – Vladimir Putin «è gravemente malato». Tanto che «nel mese di aprile è stato sottoposto a un trattamento medico per una forma di cancro avanzato».

Newsweek rilancia le voci sulle condizioni di salute del presidente russo. Il settimanale americano cita tre «personalità» che avrebbero letto un rapporto riservato dei servizi segreti americani.

Nel dettaglio gli informatori di Newsweek sono: un funzionario della Direzione nazionale dell’Intelligence (Dni), la struttura che coordina le 17 agenzie dei servizi segreti; un componente dell’intelligence del Pentagono e, infine, un ex ufficiale dell’Aviazione militare.

Secondo queste fonti «la presa di Putin sul governo non è più assoluta. Le manovre all’interno del Cremlino non sono mai state così intense negli ultimi vent’ anni; tutti hanno la sensazione che la fine sia vicina».

Il report confermerebbe anche che Putin sarebbe sfuggito a un tentativo di assassinio in marzo.

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Ore 08:29 – L’Ucraina dopo 100 giorni di guerra – da Prima Ora

(Luca Angelini) Nel centesimo giorno di guerra (100 giorni che Roberto Saviano ricorda sul Corriere di oggi raccontando le foto che non potremo dimenticare), arriva l’ammissione del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, che i russi controllano ormai il 20% del territorio del suo Paese.
Il che fa certo impressione, come la fanno le parole del segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, dopo l’incontro alla Casa Bianca, sul fatto che si debba «essere pronti a una guerra lunga». Anche se è opportuno ricordare (come fanno Andrea Marinelli e Guido Olimpio nel loro punto militare) che, se Zelensky e i suoi compatrioti non avessero deciso di resistere, Vladimir Putin starebbe festeggiando da tre mesi un’Ucraina trasformata in una Bielorussia tre volte più grande e popolosa il quintuplo.

Fa una certa impressione anche che il premier ungherese Viktor Orban sia riuscito, ancora una volta — forte del diritto di veto di fatto garantito dalla regola del voto all’unanimità — a imporre la sua linea all’intera Unione europea, facendo togliere il patriarca russo Kirill dalla lista nera dei colpiti dalle sanzioni. Ma, anche in questo caso, si potrebbe guardare al bicchiere mezzo pieno: il sesto pacchetto di sanzioni Ue contro Mosca, quello che comprende anche il progressivo embargo del petrolio russo (via mare), adesso è realtà e da oggi entra in vigore. E, come fa notare Paolo Valentino, Orban è sempre più isolato, essendosi inimicato, con le sue mosse filo putiniane, alleati da sempre anti Mosca, in primis la Polonia.

Sul fronte del petrolio, l’Opec+ ha dato il via libera a un aumento della produzione di 648.000 barili al giorno a luglio e agosto, venendo incontro alle richieste dei Paesi Occidentali preoccupati per l’aumento dei prezzi seguito alla notizia dell’embargo Ue. In questo caso, il rovescio della medaglia è che l’ostracismo Usa nei confronti dell’Arabia Saudita, dopo il brutale assassinio del giornalista Jamal Kashoggi, sembra già dimenticato: Joe Biden — che in campagna elettorale aveva promesso di renderla uno Stato-paria — potrebbe volare questo mese a Riad per stringere di nuovo i rapporti con la monarchia saudita in chiave anti russa.

L’altra notizia di ieri è che, secondo un rapporto degli 007 Usa (rilanciato dal settimanale Newsweek), Vladimir Putin sarebbe malato di tumore, in fase avanzata, e sarebbe stato sottoposto lo scorso aprile a delle cure specifiche contro il cancro. Nel report si darebbe anche conferma di un tentativo di assassinio cui il leader russo sarebbe sopravvissuto, lo scorso marzo. Del tentativo di omicidio aveva parlato, alla fine di maggio, Kyrylo Budanov, il capo dell’intelligence militare ucraina.

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Ore 08:28 – Zelensky: «Mosca ha preso il 20% dell’Ucraina»

Al centesimo giorno di guerra in Ucraina i russi, secondo il presidente ucraino Zelensky,avrebbero ormai conquistato il 20% del territorio. Nell’ultimo messaggio della sera ringrazia gli alleati, Usa in testa, per le nuove armi fornite e informa che a Severodonetsk le forze ucraine stanno resistendo, mentre è sempre durissimo lo scontro nel Donbass, ormai «devastato».

Intanto l’Unione europea ha varato il sesto pacchetto delle sanzioni anti-russe, escludendo dalla lista nera il patriarca Kirill. Medvedev: «Le sanzioni andranno revocate per far abbassare i prezzi alimentari». Gli 007 Usa fanno trapelare che Putin sarebbe malato di cancro.

Ore 06:40 – Medvedev, sanzioni vanno revocate per abbassare prezzo cibo

Intervenendo alla televisione Al Jazeera il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev ha parlato sui costi troppo alti degli alimentari per l’Occidente: «Le sanzioni alla Russia devono essere revocate per abbassare i prezzi alimentari globali», ha detto nell’intervista secondo la Tass. «Il tentativo occidentale di incolpare la Russia per la crisi alimentare globale è una bugia e la revoca delle sanzioni sarà sufficiente per abbassare i prezzi alimentari», ha detto Medvedev. «Per migliorare la sicurezza alimentare in tutto il mondo, per ottimizzare la situazione alimentare, dobbiamo rinunciare alle sanzioni reciproche e i prezzi inizieranno a diminuire», ha affermato.

Ore 06:14 – Sono 50 le ambasciate che hanno ripreso la propria attività a Kiev

Segnale di fiducia e di speranza nella capitale ucraina. Sono infatti 50 le ambasciate che hanno ripreso la propria attività a Kiev. A riferirlo è il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, secondo quanto riportato da Kyiv Independent. «Ogni nuova ambasciata che torna nella nostra capitale è una testimonianza della nostra fiducia nella nostra vittoria», ha concluso Zelensky.

Ore 06:10 – Zelensky su Facebook: «Grazie Usa! Confermato invio lanciarazzi Himars»

In un video su Facebook il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha voluto ribadire la notizia: «Gli Stati Uniti hanno confermato a vari livelli che il moderno lanciarazzi Himars sarà inviato nel nostro paese». Una conferma che dà slancio alla controffensiva contro l’esercito russo. «Queste armi ci aiuteranno davvero a salvare la vita del nostro popolo e a proteggere la nostra terra – ha aggiunto Zelensky . Sono grato al presidente Biden, a tutti i nostri amici americani e al popolo degli Stati Uniti per il loro sostegno. Non vediamo l’ora».

Ore 06:07 – Stoltenberg dopo incontro con Biden: pronti a guerra lunga

«Dobbiamo essere pronti» a una guerra «lunga». Così il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, dopo l’incontro alla Casa Bianca con il presidente Joe Biden, la vice presidente Kamala Harris e il consigliere per la sicurezza nazionale, Jake Sullivan. Gli ucraini «stanno pagando un prezzo alto», ha detto Stoltenberg, ma anche la Russia sta «subendo molte perdite». Il conflitto finirà al «tavolo negoziale» e la Nato deve sostenere l’Ucraina per consentire a Kiev di ottenere il «risultato migliore», ha detto Stoltenberg.

Stoltenberg ha poi aggiunto che «spetta all’Ucraina decidere se cedere territorio alla Russia per negoziare la fine della guerra».

Ore 06:05 – Putin ha un cancro, secondo l’intelligence degli Stati Uniti

Vladimir Putin sarebbe malato di tumore, in fase avanzata, e sarebbe stato sottoposto lo scorso aprile a delle cure specifiche contro il cancro. A scriverlo — secondo quanto riportato in esclusiva da Newsweek, che cita tre fonti di alto livello con conoscenza diretta del dossier — sarebbe un report dell’intelligence statunitense.

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Ore 06:03 – Mattarella: «L’Italia si muove per la pace»

«L’Italia si muove per la pace». Lo ha detto il presidente Sergio Mattarella nel messaggio inviato al Capo di Stato Maggiore della Difesa, Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, in occasione della Festa della Repubblica. «La Repubblica è impegnata a costruire condizioni di pace e le sue Forze Armate, sulla base dei mandati affidati da Governo e Parlamento, concorrono a questo compito. L’Italia e tutta la comunità internazionale, hanno un ruolo centrale nel favorire il dialogo. Dobbiamo farlo uniti, insieme. La nostra esperienza ci ha mostrato come si possa costruire una convivenza stabile e duratura, anche all’indomani di conflitti sanguinosi».

«La pace non si impone da sola, ma è frutto della volontà e dell’impegno concreto degli uomini e degli Stati. Una pace basata sul rispetto delle persone e della loro dignità, dei confini territoriali, dello stato di diritto, della sovranità democratica; una pace basata sull’utilizzo della diplomazia come mezzo di risoluzione delle crisi tra Nazioni; una pace basata sul rispetto dei diritti umani», continua il presidente della Repubblica nel suo messaggio.

E Mattarella scrive ancora: «Il 2 giugno di settantasei anni fa, con la scelta della Repubblica, il popolo italiano si incamminò sulla strada della pace, archiviando le avventure belliciste proprie di un regime autoritario come quello fascista. Una opzione che venne poi solennemente ratificata nella Costituzione- Il nostro contributo – e in esso delle Forze Armate – alla causa della pace e della cooperazione internazionale – aggiunge il Capo dello Stato – si è caratterizzato con l’adesione al Trattato del Nord-Atlantico sottoscritto fra Paesi amanti della libertà, con la costruzione graduale e crescente della unità europea, con la partecipazione all’Onu e alle sue iniziative. Fu possibile realizzare un clima di crescente fiducia che, diminuendo le tensioni, consentiva di ridurre ragioni e clima di un confronto talvolta ai limiti del contrasto, senza tuttavia mai oltrepassare quelli che conducono al conflitto».

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Ore 06:00 – Armi, trincee, logistica, intelligence: i primi 100 giorni di guerra in Ucraina

Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Sono passati 100 giorni da quella mattina del 24 febbraio, quando le truppe russe sono entrate in Ucraina da Nord, da Est e da Sud dando avvio a quella che Vladimir Putin ha definito operazione militare «speciale». In realtà, si trattava di una guerra vera e propria, che nella prima fase puntava a decapitare il governo di Kiev e a conquistare tutto il territorio a Est del fiume Dnipro: il piano è però deragliato già nelle prime 48 ore, quando Volodymyr Zelensky si è rifiutato di lasciare il Paese e la resistenza ucraina ha tenuto testa all’invasore, infliggendo perdite severe all’Armata.

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