La linea Mattarella “L’Italia in prima fila per arrivare alla pace”. Draghi duro su Mosca “Bene le sanzioni”

Adesso, dice ancora Mattarella, «dal 24 febbraio» è cambiato il mondo, anche se gli elementi principali sono sempre gli stessi: la Nato, l’Onu, la Ue, le democrazie occidentali, un regime autoritario con fantasie belliciste. «L’attuale contesto internazionale ci interroga su come sia possibile garantire oggi il bene della pace». Ma chi è l’assalitore e chi l’assalito stavolta è lampante. «Le aggressioni ai civili, le devastazioni delle città della nostra Europa pensavamo appartenessero a un passato lontano, invece sono cronaca». Non c’è spazio per dubbi, posizioni terziste, polemiche elettoralistiche sulle armi da spedire. «L’Italia – ripete – ha un ruolo centrale per il dialogo però dobbiamo agire uniti, insieme» restando nella circonferenza dell’Occidente.

Resta un problema: fino a quando dobbiamo mandare aiuti militati a Kiev? Per quanto tempo le famiglie, le industrie, le opinioni pubbliche reggeranno l’embargo a Mosca? Il presidente invita a tenere botta. «La pace non arriva da sola, ma dall’impegno degli uomini e degli Stati. E deve essere basata sul rispetto delle persone e della loro dignità, dei confini territoriali, dello stato di diritto, della sovranità democratica». Non è certo il momento di fare sconti al Cremlino. «Serve una pace fondata sull’uso della diplomazia come mezzo di risoluzione delle crisi fra le nazioni e sui diritti umani». Conclusione, «l’Italia è a fianco dell’aggredita Ucraina. La Repubblica è impegnata a costruire condizioni per un cessate il fuoco e le sue forze annate, sulla base dei mandati affidati loro dal governo e dal Parlamento, concorrono a questo compito».

IL GIORNALE

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