Ruffini (Agenzia Entrate): “In 19 milioni hanno debiti con il Fisco”. Evasori: “Non serve il carcere, meglio lavorino”

MILANO – In Italia ci sono 19 milioni di persone che in un modo o nell’altro rientrano nella categoria degli “evasori”, perché hanno almeno una cartella esattoriale. Non si può pensare di rinchiuderli tutti in carcere, meglio che lavorino per ripagare la collettività. E’ il concetto espresso dal direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, che non crede che la pena detentiva sia la soluzione: “La pena detentiva per chi non paga le tasse non mi ha mai convinto. Preferisco mettere in carcere l’evasore così poi fallisce l’attività o farlo lavorare finché non ripaga la collettività?”.

Parlando giovedì 2 giugno al Festival Internazionale dell’Economia – dove ha presentato il suo libro Uguali per Costituzione. Storia di un’utopia incompiuta dal 1948 a oggi, a cura di Feltrinelli, al Circolo dei lettori – ha ricordato la cifra di 19 milioni di soggetti con almeno una cartella esattoriale, e aggiunto: “Hanno fatto i maramaldi per tanti anni, usiamo strumenti che li facciano rientrare in carreggiata. Li abbiamo individuati”, spiega Ruffini. “Il mio sistema ideale è quello in cui i cittadini sanno che chi non paga viene intercettato e l’azione viene punita. Chi è poi così autolesionista da evadere?”

Ruffini è soddisfatto dell’andamento delle dichiarazioni dei redditi precompilate, “procedono bene, i cittadini acquisiscono familiarità con questo strumento”. Sulla riforma del Fisco, giudizio sospeso: “E’ una delega, aspettiamo di vedere la norma delegata per esprimere un giudizio. La cosa a cui tengo di più è la riorganizzazione delle norme”. “Prima bisogna fare ordine, poi si può vedere quali norme si possono cambiare. Altrimenti si fa altra confusione”, ha osservato.

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