Il patto Draghi-Macron: più fondi contro la crisi
Secondo le indiscrezioni raccolte negli ambienti finanziari, sarebbe stato per primo Macron a chiedere alla numero uno di Francoforte (ed ex ministro francese) Christine Lagarde di prepararsi al peggio. Le probabilità di rivivere i mesi drammatici del 2011 al momento sono molto basse. I piani di acquisto di titoli pubblici iniziati con Draghi nel 2014 hanno fatto ridurre l’esposizione dell’Italia e degli altri Paesi più deboli dell’Unione alla speculazione internazionale: la percentuale di Btp e simili detenuti da istituzioni italiane o dalla Banca centrale europea sono quasi il 30 per cento del totale, contro i pochi decimali di un lustro fa. Per Draghi e Macron resta in ogni caso essenziale sostenere la crescita con la spesa pubblica fino alla fine della crisi ucraina. Nella peggiore delle ipotesi, i due si troveranno a negoziare un aumento dei rispettivi deficit oltre i limiti fin qui concessi dalla Commissione europea. Al netto dei grandi obiettivi in agenda, il vertice di giugno dovrà occuparsi anzitutto di questo.
LA STAMPA
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