Provenzano: “L’Ue vuole rivoluzionare il lavoro, adesso l’Italia non resti indietro”

Per Giorgia Meloni la prima cosa da fare è eliminare il reddito di cittadinanza.

«Meloni, e purtroppo non solo lei, ha lanciato una crociata non contro la povertà, ma contro i poveri. Questa proposta è la solita guerra tra ultimi e penultimi».

Guardi che lo pensa anche chi ha governato e governa con voi come Italia Viva.

«Fossi nel M5S farei una statua a Renzi per la proposta di un referendum contro il reddito. Battute a parte, mi preoccupa stiano facendo passare l’idea che la povertà sia una colpa. Ma non è vero che i giovani non vogliono lavorare, non vogliono essere sfruttati. E infatti emigrano: non solo i ricercatori, ma anche i camerieri. Se poi ci fosse anche una sola persona che rifiuta di essere sfruttata con un lavoro mal pagato perché può beneficiare del reddito, vorrebbe dire che quella è una norma di civiltà che andrebbe migliorata, non cancellata».

Questo tema, insieme al salario minimo, vi avvicina ai 5 Stelle. Altri, come la posizione sull’invio di aiuti militari in Ucraina, vi hanno divisi. Qual è il destino di questa alleanza?

«Per la verità chi ha creato difficoltà non solo al governo, ma alla credibilità internazionale dell’Italia, è stato Salvini con le sue sciagurate iniziative e il malcelato filoputinismo. Con il Movimento abbiamo avviato un percorso senza nasconderci le diversità, ma sul ruolo e la collocazione dell’Italia contano i fatti, i voti in Parlamento e io credo sia necessario continuare a sostenere l’iniziativa del governo. Draghi, di fronte a Biden, si è fatto interprete del desiderio di pace dell’Europa».

A fine mese i 5S proporranno una risoluzione contro l’invio di aiuti militari, quindi la linea del governo. Questo vi dividerà?

«Sarebbe assurdo mettere in discussione il governo proprio quando tutti gli sforzi dell’Italia sono orientati a un’iniziativa diplomatica per la tregua, il negoziato e la difficile ricerca di un sentiero di pace. Noi dobbiamo stare con l’Europa, Salvini ha già gettato più di un’ombra sull’Italia. La guerra è una tragedia sulla quale non si dovrebbe fare campagna elettorale».

C’è la possibilità di un Draghi dopo Draghi? Un nuovo governo di larghe intese dopo un eventuale stallo alle prossime politiche?

«C’è chi ci lavora, ma fatico a immaginare che Draghi metta il suo futuro nelle mani dei vari gruppuscoli centristi. Per noi questa maggioranza con la destra è irripetibile. Ci siamo assunti una responsabilità nazionale, è ricaduta tutta su di noi. Ma il Pd ha anche il dovere di rispondere al bisogno di cambiamento. Per far avanzare i diritti civili dalla legge sulla cittadinanza al ddl Zan; per far avanzare la giustizia sociale a partire dai salari e investire sullo sviluppo sostenibile serve un governo progressista».

Con i 5 Stelle?

«L’alternativa è lo splendido isolamento e fare la fine del 2018. Ce lo consiglia un pezzo di élite liberale che pretende di dire alla sinistra cosa fare ma quasi sempre non ci vota. Io non ho mai parlato di alleanza strategica con i 5 Stelle, ma che sia necessaria lo dimostrano queste amministrative. A Palermo insieme combattiamo contro una destra che vede il ritorno di personaggi impresentabili come Dell’Utri e Cuffaro, uno condannato per concorso esterno e l’altro per aver favorito dei mafiosi. Alla fine, contano le battaglie che si fanno».

LA STAMPA

Rating 3.00 out of 5

Pages: 1 2


No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.