Il governo si prepara all’emergenza tetto al prezzo del gas: Draghi sfida Berlino

Le motivazioni tecniche addotte dal Cremlino sul taglio delle forniture sono «bugie», secondo Draghi. Con l’aumento dei prezzi, la Russia può tranquillamente ridurre il flusso, guadagnando lo stesso se non di più. Una speculazione che dimostra l’«uso politico del gas» da parte di Putin. La risposta allo Zar di Russia – sostiene Draghi – a questo punto diventa ancor più doverosa. Inoltre, se il tetto fosse circoscritto alla Russia, avrebbe ulteriori effetti sanzionatori. Il premier batte il chiodo ormai da settimane. Ne ha discusso più volte nelle riunioni riservate con i principali alleati europei e la Casa Bianca. La proposta ha il sostegno esplicito di Washington e della Commissione europea. Al prossimo Consiglio l’Italia può contare su Francia, Slovenia, Grecia, Spagna, Portogallo, ma non basta. Ci sono da convincere l’Olanda (patria della Borsa del gas) e soprattutto la Germania, terrorizzata che Putin possa tagliare le forniture da una notte all’altra. Il governo di Berlino, anche perché sfavorito geograficamente, non ha portato avanti il progetto di diversificazione degli approvvigionamenti con la stessa rapidità di Palazzo Chigi. E ha più difficoltà a respingere il ricatto di Mosca.

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