Se la Storia spinge l’Ucraina nell’Unione europea

Deriva da qui l’errore di calcolo compiuto da Putin il 24 febbraio 2022, che ha ripetuto ieri la sua vecchia tesi secondo cui esistono solo alcune grandi potenze e il resto non conta. In breve: l’evoluzione della crisi ucraina, dal 2014 a oggi, indica che la relazione fra Kiev e l’Ue è una parte importante del conflitto in corso. La conclusione di Draghi, che certo non piacerà a Putin, è che deve far parte anche della sua soluzione.

Vedremo la prossima settimana, a un Consiglio europeo che richiede l’unanimità, se l’Ue sia pronta ad accettare questa impostazione. Se lo farà, l’Europa affermerà la propria ragione di esistere come potenza del XXI secolo, in grado di gestire lo spazio che la divide dalla Russia offrendo garanzie di sicurezza e aiuti ai Paesi che scelgono un destino europeo. Anche al prezzo terribile che stiamo vedendo.

Se invece si dividerà, l’Europa offrirà una vittoria parziale alla Russia, indebolirà l’Ucraina e dimostrerà di non essere in grado di reggere a una delle sfide essenziali che ha di fronte. La decisione del Consiglio europeo dovrà essere su questa scelta dirimente, sapendo che l’Europa dovrà poi affrontare gli aspetti sollevati dai diplomatici e geopolitici che citavo all’inizio: come evitare un impatto negativo sui Balcani, che non possiamo “regalare” a Russia e Turchia; come garantirsi che Kiev compia le riforme indispensabili anche solo per contemplare l’avvio di negoziati; come integrare un Paese che sta perdendo il controllo di parte del suo territorio. E certo, ci vorranno anni per progressi concreti mentre l’Ue dovrà capire come migliorare la sua capacità di assorbire nuovi membri potenziali.

Ma oggi è il momento delle decisioni da tempi di guerra, non da tempi normali. La decisione sullo status dell’Ucraina mette in gioco i confini futuri dell’Ue, la nostra relazione con la Russia, gli equilibri di sicurezza continentali. La guerra può averci stancato, ha forti costi anche per noi, ma non può lasciarci indifferenti: il suo esito segnerà la linea di demarcazione fra spazio democratico e spazio autoritario nel Vecchio Continente.

REP.IT

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