Verona, Tosi apre a Sboarina ma la spaccatura resta. Salvini: “Errore madornale”
I dubbi, tra retroscenisti e malpensanti, rimangono sullo sfondo. Qual è la posta dell'”accordo”, se di accordo si può parlare? Che contropartita politica ha già spuntato, Flavio Tosi, per assicurare il suo appoggio a Federico Sboarina al ballottaggio che deciderà il prossimo sindaco di Verona? E che cosa uscirà dal “confronto con Fi” – con tutta probabilità esteso, a questo punto, a FdI e Lega – annunciato dall’ex sindaco (ex) leghista?
A una settimana dalla riapertura delle urne, Tosi ha mosso la sua pedina sullo scacchiere di quella che, per il centrodestra, era e resta la partita più complicata di questa tornata elettorale: Verona. “Al ballottaggio voterò Sboarina”, ha detto ieri Tosi in un’intervista a RaiNews24. Un passo avanti per la coalizione (FdI, Lega e Fi) che, al primo turno, si è presentata divisa, con i partiti di Meloni e Salvini che hanno sostenuto Sboarina, e Forza Italia che ha preferito Tosi.
Un’apertura importante, ma subordinata ad alcune condizioni. La prima è interna, e riguarda cioè il partito – Forza Italia – a cui Tosi ha aderito quattro giorni fa. “Ci confronteremo”, ha spiegato lui. Facendo intuire che il confronto andrà al di là di un’interlocuzione con Sboarina e vedrà in campo i leader dei tre partiti.
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Una, Giorgia Meloni, che tre giorni fa era stata accusata da Lega e FI di “essere incapace di unire”, si è già espressa: “Federico Sboarina a Verona e Valerio Donato a Catanzaro potranno contare sul sostegno dell’intero centrodestra, al di là delle formule tecniche di una condivisione che rimane sostanziale. In particolare a Verona, seppur in assenza di un apparentamento tecnico, FdI si fa garante da subito della piena condivisione del progetto con Flavio Tosi, per dare al capoluogo scaligero un programma e una squadra di centrodestra vincenti”. Insomma: sostegno anche senza apparentamento.
E qui sta la seconda condizione dettata da Tosi. Il già due volte sindaco, intenzionato ad alzare la posta, è stato chiaro: “Accetteremo solo l’apparentamento ufficiale, l’unico previsto dalla normativa sui ballottaggi, alla luce del sole. Apparentamento che farebbe eleggere in consiglio i nostri uomini e le nostre donne di centrodestra più votati e più votate”. Tradotto: niente accordi sottobanco. Tosi chiede di formalizzare l’accordo, e solo se questo avverrà farà confluire i suoi voti a Sboarina: il pacchetto, sulla carta, è il 23,9% ottenuto al primo turno. Una spinta che ovviamente aiuterebbe Sboarina nel tentativo di rimontare i sette punti sul candidato del centrosinistra Damiano Tommasi arrivato primo (33% e 40%).
Ieri in serata, tuttavia, le parole della leader di FdI hanno scatenato la reazionedi Tosi, che ha replicato: “Leggo con meraviglia la nota di Meloni, che interpreta a suo modo una mia dichiarazione, alludendo ad un accordo raggiunto con FdI a Verona in vista del ballottaggio. Accordo che non c’è proprio a causa delle scelte di Sboarina, il quale dimostra finora di non avere a cuore l’unità, né tantomeno la vittoria del centrodestra”.
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