I timori di Palazzo Chigi per la credibilità dell’Italia
Gli spiragli che inducono a essere fiduciosi e a prevedere un esito positivo di questa vicenda ci sono. Giuseppe Conte ha ceduto sul «no» all’invio delle armi in Ucraina. Il leader dei 5 Stelle si accontenterebbe che tutte le novità di peso (incluse quindi le spedizioni di attrezzature militari a Kiev) passassero in qualche modo per il Parlamento. La difficoltà consiste nel trovare una formula che possa far dire all’ex premier di aver strappato qualcosa e che nel contempo eviti al presidente del Consiglio o ai ministri coinvolti nella crisi ucraina di dover riferire in continuazione alle assemblee di Camera e Senato, magari su argomenti sensibili come appunto l’invio delle attrezzature militari. Perciò si sta lavorando su un più generico impegno a mantenere «informato» il Parlamento.
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