Governo, sulla politica estera l’ultimatum di Draghi

Il bilaterale di Draghi con quel che definì il dittatore di Ankara è previsto cinque giorni dopo il vertice della Nato. La guerra ha ridato a Erdogan il ruolo di cerniera dentro la Nato e fra gli alleati occidentali e la Russia. L’impressione è che la maggioranza possa trovare un accordo senza rotture traumatiche, ma a Palazzo Chigi sono pronti a qualunque scenario: Draghi non ha alcuna intenzione di mostrarsi condizionato dalle convulsioni dei partiti su questioni così delicate. L’ipotesi di un’intesa ad ogni costo è scartata. E d’altra parte, come spiega una fonte vicina a Draghi sotto la garanzia dell’anonimato, «se mancasse una maggioranza sulla politica estera non ci sarebbe più nemmeno il governo».

Al momento lo scenario più probabile è quello di un sofferto allineamento dei Cinque Stelle sulla mozione. Con una conseguenza non banale: una rottura politica insanabile all’interno del Movimento fra i sostenitori di Giuseppe Conte e di Luigi Di Maio, che potrebbe uscirne politicamente sfiduciato. Per l’immagine internazionale del governo non sarebbe comunque una buona notizia

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