Dall’Olanda all’Italia l’Europa riaccende il vecchio carbone
«Visto che l’energia non si fa con la bacchetta magica, nel periodo di transizione potremo assistere a contraddizioni, come la ‘verde’ Germania che torna a bruciare carbone», ammette Pippo Onufrio, direttore di Greenpeace Italia. «Ma il problema vero è: su cosa si sta investendo per il futuro». «La decisione tedesca – concorda Luca Bergamaschi cofondatore del think tank Ecco – è dettata dall’emergenza e limitata ai prossimi due inverni. E non deve essere confusa con una chiara e ambiziosa politica di decarbonizzazione di medio e lungo termine. Il governo di Berlino ha presentato traguardi precisi e ambiziosi, insieme a nuove regole di mercato e incentivi per lo sviluppo locale e regionale di solare ed eolico. Più problematici, invece, sono i nuovi rigassificassificatori e i contratti di lungo termine per il gas che legherebbero la Germania a una costosa e inutile dipendenza fossile di almeno 20 anni, ben oltre il tempo rimasto per limitare il cambiamento climatico».
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