I dilemmi del campo largo, Letta: “Ora il magnete siamo noi”

Questa soluzione è considerata mortale da molti, a sinistra del Pd. Chi sussurra alle orecchie di Conte – da Goffredo Bettini a Massimo D’Alema – pensa che il presidente M5S dovrebbe mettersi alla testa di una federazione sul modello degli Insoumis di Mélenchon, cercando di tenere dentro Articolo 1, Sinistra italiana e quel che resta di Italia dei Valori e Verdi. Con l’intento di essere competitivi nei collegi e di strappare al Pd quel pezzo di sinistra che invece (basta guardare le mosse di Roberto Speranza) sembra pronto a rientrare. Questa soluzione avrebbe un altro lato positivo: quello di poter più facilmente aggirare la regola del doppio mandato. Che molti hanno raccontato come mortale per Di Maio, ma che ha invece scombinato i piani di Conte. Il presidente M5S aveva pronto un quesito con una deroga sul modello di quella esistente nel Pd: il limite dei mandati (nel Pd sono tre) poteva essere derogato fino al 10% dei parlamentari eletti nella tornata precedente. Il post di Grillo e il congelamento del voto hanno mandato tutto all’aria. Ieri durante la riunione Nunzia Catalfo lo ha chiesto proprio a Conte: «Come facciamo con Cancelleri? Se non cambiamo la regola non può candidarsi alle primarie in Sicilia». In cambio di quella possibilità, dicono nei 5S, l’ex migliore amico di Di Maio non lo ha seguito nella nuova avventura. Dal leader nessuna risposta. Se volesse forzare, dovrebbe affrontare di nuovo Grillo. Ma Conte il temporeggiatore non ne ha alcuna voglia.

LA STAMPA

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