Putin manda a morire le minoranze etniche. Chi sono i Buriati, i Kazaki, i Tuvani

Silicon Valley

Maria Vyushkova sa che non è così. Come rivelano i suoi tratti asiatici, viene dalla Buriazia, è espatriata dalla Russia nel 2010, oggi è una ricercatrice di calcolo quantistico al centro di ricerca computazionale di Notre Dame a Silicon Valley ed è fra pochi nodi visibili della rete. La sua competenza la rende utile nella gestione della banca dati creata per smontare la grande menzogna di Putin sui morti. «Non avrei mai immaginato di trovarmi in un ruolo simile — dice Maria Vyushkova, 40 anni —. Siamo la sola organizzazione che conta i caduti anche per origine etnica». Gli aderenti della rete sono centinaia distribuiti sugli undici fusi orari russi: ciascuno cooptato su presentazione di altri elementi fidati della rete, ciascuno autorizzato a conoscere solo pochissimi altri in modo che un arresto o un tradimento non rischi di compromettere l’intera struttura. Lavorano come possono. Tengono d’occhio i giornali locali per gli annunci mortuari o i necrologi, sorvegliano i social media russi come VKontakte o Odnoklassniki («Compagni di classe»), scorrono le chat di Telegram se qualcuno parla di un amico morto in guerra. Solo così hanno individuato circa 4 mila, divisi per etnia e regioni.

La conta dei caduti

Ma alcuni muoiono senza che nessuno parli di loro da qualche parte e per individuare queste persone i membri della rete visitano i cimiteri, contano le tombe fresche e controllano se su di esse campeggia la foto di un ragazzo in divisa. Così hanno individuato altri 4 mila caduti. C’è poi l’enorme numero di dispersi, spesso quasi sempre morti taciute, che fa salire il conto a 12 mila e infine i morti di Wagner e delle altre forze a contratto. «Il nostro conto totale dei decessi dal lato russo non è lontano dai 15 mila di cui parla il Pentagono», dice Vyushkova. A suo avviso le minoranze vengono mandate avanti a morire «per disprezzo, non per il disegno di una purga nello stile di Stalin». In parte sono sempre i più poveri delle periferie che si arruolano, come accadeva ai latinos dell’esercito americano in Iraq. «Ma Putin è attento a preservare le famiglie di Mosca e San Pietroburgo perché teme le proteste nelle grandi città — aggiunge Vyushkova —. Se muore qualche buriato in periferia, chi vuole che se ne accorga?».

CORRIERE.IT

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