Aborto, negli Usa la Corte Suprema ha annullato la sentenza «Roe vs. Wade»
di Giuseppe Sarcina e Alice Scaglioni
I giudici Usa hanno annullato la storica sentenza «Roe vs. Wade» che ha garantito il diritto all’interruzione di gravidanza nei vari Stati
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
WASHINGTON — La Corte suprema cancella un pezzo di storia americana: oggi venerdì 24 giugno ha cancellato la sentenza Roe vs. Wade che da cinquant’anni garantiva il diritto di aborto a tutte le donne del Paese.
La Corte ha deciso con una maggioranza netta: 6 giudici contro tre.
Ha prevalso il blocco conservatore formato da Samuel Alito, che ha
scritto il parere vincente, e poi Thomas Clarence, Neil Gorsuch, Brett
Kavanaugh, Amy Coney Barrett. Le ultime tre toghe sono state nominate da
Donald Trump. Ha votato a favore anche il presidente John G. Roberts,
che ha aggiunto: «Avrei adottato un approccio più moderato». Si sono
schierati contro i tre componenti di estrazione liberal: Sonia
Sotomayor, Elena Kagan, Stephen Breyer (che uscirà a breve).
L’esame della Corte era
partito lo scorso autunno dalla causa costituzionale intentata dalla
Jackson Women’s Health Organization contro la legge varata nel 2018 dal
parlamento del Mississippi, controllato dai repubblicani. La norma vieta
il ricorso all’aborto dopo la quindicesima settimana di gravidanza. La
sentenza Planned Parenthood v. Casey del 1972 stabilisce, invece, che
l’aborto è praticabile fino a quando il feto non sia autosufficiente,
cioè fino a circa sette mesi di gravidanza. Il parere di Alito, poi
condiviso da altri cinque togati, è molto secco: «La sentenza Roe vs. Wade è nata sbagliata».
Viene contestato il radicamento giuridico del diritto di scelta nel
14° Emendamento della Costituzione, che assicura ai cittadini le libertà
politiche e civili. Quelle norma è stata introdotta in un’epoca (1868
ndr) <in cui neanche si discuteva di aborto». Non c’è, quindi, alcuna
ragione per garantire su tutto il territorio federale il diritto di
scelta in tema di gravidanza. La conseguenza immediata è che la materia
«dovrà tornare ai singoli stati». Oggi sono già 22 gli Stati che hanno
adottato legislazioni molto restrittive, come il Texas e più di recente l’Oklahoma .
Altri quattro Stati sono pronti a seguire l’esempio. Le donne avrebbero
ancora libertà di scelta negli Stati liberal delle due coste, dalla
California a New York. Lo scenario più probabile, quindi, è quello di un Paese ancora più diviso.
Appena si è diffusa la notizia, centinaia di persone si sono
radunate davanti all’edificio della Corte. Inizia una giornata di accese
proteste. Da oggi il Paese è ancora più lacerato e come ha appena
dichiarato la Speaker democratica Nancy Pelosi, il «tema dell’aborto
diventerà centrale nelle elezioni di midterm a novembre».
Le reazioni
Il presidente Usa Joe Biden
ha parlato qualche ora dopo l’annuncio della decisione, che lui stesso
ha definito «un tragico errore»: «Oggi è un giorno triste per
l’America». Ha addossato la responsabilità della decisione che annulla
la sentenza del 1973 ai tre giudici nominati dal suo predecessore alla
Casa Bianca, Donald Trump: «Sono stati tre giudici nominati da un
presidente, Donald Trump, quelli al centro della decisione odierna
(della Corte Suprema) di eliminare un diritto fondamentale delle donne
in questo Paese», ha detto. «Questa decisione è la realizzazione di
tentativi che vanno avanti da decenni per rovesciare le leggi, la
realizzazione di un’ideologia estrema: la Corte ha fatto una cosa mai
fatta prima, togliere un diritto costituzionale fondamentale per milioni
di americani. Non lo ha limitato, lo ha semplicemente eliminato». Per
Biden ora la salute delle donne è «rischio».
«Molte donne hanno perso una tutela costituzionale fondamentale. Noi
dissentiamo», affermano i giudici liberal Sonia Sotomayor, Elena Kagan e
Stephen Breyer, che hanno votato contro la decisione di capovolgere la
storica sentenza.
Il presidente Usa Joe Biden
Il Dipartimento di Giustizia
americano ha detto che userà «tutti gli strumenti a sua disposizione per
proteggere i diritti e la libertà alla riproduzione».
«La Corte Suprema non solo ha annullato quasi 50 anni di precedenti,
ma ha relegato la decisione più intensamente personale che qualcuno può
prendere ai capricci di politici e ideologi: (sono state) attaccate le
libertà fondamentali di milioni di americani»: ha twittato l’ex
presidente Usa, Barack Obama. Anche l’ex first lady, Michelle Obama,
è intervenuta sulla decisione della Corte Suprema: «Ho il cuore
spezzato per gli americani che hanno perso il diritto fondamentale di
assumere decisioni informate. Avrà delle conseguenze devastanti».
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