Ucraina Russia, news sulla guerra di oggi | Gli 007 di Londra: «Putin ha rimosso diversi generali, ora si affida a Surovikin»
di Lorenzo Cremonesi, Andrea Nicastro, Paolo Foschi e Redazione Online
Le notizie di sabato 25 giugno sulla guerra, in diretta: le città di Severodonetsk e Lysychansk sono ormai nelle mani delle truppe russe
• La guerra in Ucraina è arrivata al 122esimo giorno.
• L’Ucraina ha annunciato il ritiro dalla città di Severodonetsk: qual è il significato di questo gesto?
• Giovedì 23 giugno l’Ucraina ha ricevuto lo status di Paese candidato all’Unione Europea, insieme con la Moldavia. Zelensky: «Momento storico». Von der Leyen: «Questa candidatura è il miglior segnale di speranza».
• Draghi: «Putin ha già tagliato forniture di gas, l’Ue è in difficoltà».
• L’Ucraina processa un soldato russo: torturò 9 civili a Irpin.
• Sindaco Melitopol: «Quasi tutto il grano del territorio è stato portato via».
• Von der Leyen: «Accolti 7,5 milioni rifugiati».
Ore 07:59 – La Russia ha cambiato diversi generali (e l’Ucraina si sta riorganizzando)
Il consueto bollettino
quotidiano dell’intelligence militare britannica è — oggi — non solo una
chiave di lettura al solito interessante (ancorché dichiaratamente di
parte), ma anche una fonte di dettagli potenzialmente decisivi per la
guerra in Ucraina.
Due i punti da segnare:
– La sconfitta a Severodonetsk e a Lysychansk potrebbe non essere quella che «leggiamo» dall’esterno: «L’Ucraina sta riconfigurando le sue difese» in quel settore», scrivono gli 007 britannici.
– La Russia sta cambiando le sue prime linee:
«Sin dall’inizio di giugno, gli alti comandi russi hanno con ogni
probabilità rimosso diversi generali da ruoli di comando operativo nella
guerra», scrive il ministero della Difesa di Londra. «Tra loro, il
comandante delle forze aviotrasportate, Andrei Serdyukov, e il
comandante Alexandr Dvornikov, che per un certo periodo è stato
probabilmente il comandante generale di tutte le operazioni. Il suo
ruolo di comandante delle Forze del Sud dovrebbe essere stato trasferito
al generale Sergei Surovikin, la cui carriera, per oltre 30 anni, è stata costellata di accuse di corruzione e brutalità».
Ore 07:53 – Le minacce del fedelissimo di Putin: «Non scherzate con chi ha l’atomica»
(Marco Imarisio) «Alcuni nostri vicini tendono a dimenticare che siamo una potenza nucleare». A ricordarglielo ci pensa Andrey Klimov,
settantenne decano dei senatori di Russia Unita, da un decennio
vicecapo della Commissione Esteri del Consiglio di federazione, la
Camera alta del Parlamento.
Autore della legge che nel 2014 ha permesso la ratifica dell’annessione della Crimea , estensore di molte risoluzioni internazionali del suo Paese.
Ma anche un politico di lungo corso che in tempi normali univa la
propensione alla diplomazia con l’amore per questa parte del mondo.
Purtroppo, questi non sono tempi normali. Infatti, è stato lui ad ammonire per primo la Lituania, rea di aver proibito il passaggio di ogni merce verso l’exclave russa di Kaliningrad, dicendo che «ora abbiamo le mani libere».
Con quella frase faceva davvero riferimento al nucleare?
«Non si tratta certo del nostro desiderio di distruggere il
mondo, cosa che non faremo mai. Era un modo per sottolineare che abbiamo
molti strumenti a cui attingere. In politica, esistono i rapporti di
forza» (…) «La questione è semplice. Quel che ci manca, lo avremo.
Davvero pensate che se qualcuno a Mosca desidera comprare un capo di
Louis Vuitton non riuscirà ad averlo? Lo si porta qui e lo si vende. Lo
stesso vale per l’exclave di Kaliningrad. Voglio vedere i doganieri
lungo i confini come si comporteranno. Come ha detto di recente un
esponente dell’amministrazione Usa per niente stupido, non conviene
minacciare un paese che ha seimila testate nucleari».
(L’intervista integrale è qui
)
Ore 07:41 – La questione del gas, punto per punto
(Gianluca Mercuri)
• Rinvio a ottobre
Sarà il prossimo Consiglio europeo straordinario, in programma a ottobre, a esaminare una proposta della Commissione europea che comprenda quella italiana sul tetto al prezzo del gas. «Restano i timori di ritorsioni da parte di Mosca insieme al rischio di un’alterazione del mercato», spiega Francesca Basso. Soprattutto, «a Bruxelles il timore che Mosca tagli completamente le forniture di gas ai Paesi Ue è elevato».
• Perché c’è questo timore?
Perché «ci sono 12 Stati membri che sono stati tagliati fuori completamente o parzialmente dal gas russo. Quindi, la cosa migliore è prepararsi per il peggio, sperando per il meglio», ha detto la presidente della Commissione Ursula von der Leyen. «Abbiamo esaminato tutti i piani di emergenza nazionali per assicurarci che tutti siano pronti per ulteriori interruzioni».
• E Draghi come ha preso il rinvio?
Pragmaticamente, as usual: «Non sono deluso, tutt’altro, le cose non arrivano subito quando si chiedono, non mi aspettavo di fissare una data precisa per discutere un rapporto completo sulla situazione. Immaginavo che saremmo finiti in un solito rinvio con un linguaggio vago. È tutt’altro che delusione quella che provo ora». Ma il presidente del Consiglio aggiunge che «se la situazione peggiora non potremo aspettare due mesi e mezzo e allora ci vorrebbe un Consiglio subito».
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