I due nodi dei partiti più forti

Così come FdI ha correzione da fare sull’Europa, il Pd ha correzioni da fare nel modo in cui intende presentarsi agli elettori. Mentre fin qui ha detto solo poche cose su ius soli, salario minimo, sgravi fiscali per i meno abbienti, esso dovrebbe elaborare una seria piattaforma programmatica su tutti i temi strategici. Solo dopo, essendo la legge elettorale quella che è, potrebbe proporre, ma alle proprie condizioni, alleanze con chi ci sta nei collegi uninominali. La sua esigenza, insomma, è di non apparire agli elettori solo come un partito «contro» qualcun altro.

L’impressione è che la gara politica sia apertissima. Dopo le elezioni potrebbe formarsi una coalizione di governo a traino FdI. O un’altra a traino Pd. O potrebbe non esserci alcun vincitore. Sarebbe già qualcosa se alcuni equivoci venissero dissipati.

CORRIERE.IT

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