Verso un’intesa sul grano: a breve il via libera di Mosca. Due corridoi per l’export
Erdogan, intanto, nonostante l’intenzione di rimanere neutrale tra le due parti in conflitto, si trova a dover decidere cosa fare della nave russa sequestrata nel Mar Nero dalle autorità turche. Si tratta della Zhibek Zholy, che trasporta settemila tonnellate di grano. Per Kiev sono state sottratte illegalmente e per questo le autorità ucraine hanno chiesto al governo turco di bloccarla nel porto di Karasu. Il carico sarebbe stato rubato dai territori occupati durante il conflitto e i russi starebbero cercando di venderlo ai Paesi compiacenti. Un’accusa che non sembra del tutto campata in aria. Diverse inchieste giornalistiche la avrebbero confermata e non sembrerebbe escluderlo neppure le parole di Yevgeny Balitsky, capo della regione ucraina di Zaporizhzhia occupata dai russi. Parlando con l’agenzia di stampa Tass, infatti, Balitsky ha espresso l’intenzione di vendere grano a Paesi del Medio Oriente, in particolare Iraq, Iran e Arabia Saudita.
Altre due navi straniere, infine, sono state sequestrate nel porto di Mariupol dall’autoproclamata Repubblica di Donetsk riconosciuta dalla Russia e ritenute «proprietà dello Stato». Una batte bandiera della Liberia, l’altra di Panama. L’armatore della prima ha affermato di essere stato informato del sequestro via e-mail il 30 giugno, definendolo illegale e «contrario a tutte le norme del diritto internazionale». L’armatore ha aggiunto che la nave è stata colpita da un bombardamento il 20 marzo e che il suo equipaggio di 19 membri era stato portato con la forza a Donetsk dall’esercito russo e rilasciato un mese dopo. Sarebbero più di 80 le navi straniere bloccate nei porti ucraini.
IL GIORNALE
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