Giappone, attentato a Shinzo Abe: l’ex premier ferito da colpi d’arma fuoco, «non dà segni di vita». Arrestato un 41enne ex militare
Secondo quanto riferito dai media, Yamagami ha utilizzato una specie di doppietta a canne corte di fattura artigianale, occultata in una borsa. L’aggressore si è avvicinato all’ex premier alle spalle, mentre quest’ultimo presentava i candidati locali alle elezioni per il rinnovo della Camera alta in programma domenica 10 luglio.
L’attuale premier Fumio Kishida, che appartiene allo stesso partito di abe, sta volando in elicottero verso Tokyo, così come stanno facendo gli altri ministri che si trovavano lontano dalla capitale. Appena atterrato, Kishida ha parlato alla stampa: «L’ex premier Abe è in gravi condizioni, sto pregando dal profondo del mio cuore che sopravviva. Condanniamo un episodio nella maniera più assoluta. Non possiamo accettare che un attentato come questo sia avvenuto nel pieno di una campagna elettorale, che è la base della democrazia ».
Il segretario di Stato americano
Antony Blinken, a Bali per il G20, prima di un incontro bilaterale ha
commentato quando accaduto: «Sono profondamente addolorato e preoccupato
per l’attentato ad Abe. E’ un giorno davvero triste per il Giappone».
L’aggressione ha gettato nello sgomento i cittadini giapponesi e la classe politica: il Paese è noto infatti per l’estrema rigidità delle sue leggi sul controllo delle armi da fuoco, e le vittime di violenza armata si contano ogni anno sulle dita di una mano. Ottenere un porto d’armi è un processo lungo e complicato, anche per i cittadini giapponesi, che devono prima ottenere una raccomandazione da un’associazione di tiro e poi sottoporsi a rigidi controlli di polizia.
La violenza politica è estremamente rara. Tra i precedenti, si ricorda l’uccisione del sindaco di Nagasaki, Iccho Itoh, nel 2007, ad opera di un killer della yakuza, e quella del leader del Partito socialista, che fu colpito nel 1960 da un giovane di destra che utilizzò un’arma da samurai.
Abe è stato il primo ministro politicamente più longevo nella storia del Giappone post-bellico, guidando molteplici governi tra il 2006 e il 2007, e di nuovo dal 2012 al 2020, quando ha rassegnato le dimissioni per motivi di salute. Promotore di una «normalizzazione istituzionale» del Paese, l’ex premier si è battuto per il superamento del pacifismo costituzionale, e ha promosso con convinzione il processo di rafforzamento delle capacità difensive accelerato dall’attuale esecutivo. Il nome dell’ex primo ministro è anche connesso alla cosiddetta «Abenomics»: l’insieme di politiche economiche espansive e di riforma adottate per tentare di superare lo stallo deflattivo della terza economia globale e rilanciarne la crescita.
L’ambasciatore degli Stati Uniti in Giappone Rahm Emanuel ha deplorato l’attacco. «Siamo tutti dall’attacco rattristati e scioccati a fuoco contro l’ex primo ministro Abe Shinzo. Abe-san è stato un leader eccezionale del Giappone e un fedele alleato degli Stati Uniti. Il governo e il popolo americani pregano per il benessere di Abe- san, la sua famiglia e il popolo giapponese», ha dichiarato Emanuel in una nota.
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