Le democrazie sembrano nel caos: ma allora vince Putin?

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Biden non è certo un novello Franklin Delano Roosevelt, però il mitico FDR fu impegnato a lungo in un drammatico braccio di ferro contro la Corte suprema. I giudici costituzionali gli bocciavano o bloccavano molte riforme del New Deal, mentre l’America sprofondava nella Grande Depressione. E quando si trattò di entrare in guerra contro i nazifascismi, Roosevelt dovette vedersela con robuste correnti isolazioniste, sopraffatte solo dall’attacco giapponese a Pearl Harbor nel 1941.

Boris Johnson non arriva alla caviglia di Winston Churchill. Però quest’ultimo, poco dopo aver partecipato alla vittoria alleata contro Hitler venne «ringraziato» dagli elettori inglesi e rispedito a casa. Churchill nel 1946 aveva lanciato per primo nel mondo l’allarme sulla «cortina di ferro» con cui Stalin separava l’Europa centro-orientale da noi e la metteva sotto il tallone dell’Armata rossa.

Stalin se la rideva vedendo il premier britannico cacciato dai suoi elettori. Ride bene chi ride ultimo.

Se si rimane alla superficie le democrazie sono un caos mentre i regimi autoritari hanno decisionismo, continuità, tenacia e determinazione. Il verdetto della storia, almeno nell’ultimo secolo, si è rivelato più clemente con le democrazie che con le dittature.

CORRIERE.IT

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