Covid, Locatelli: «Non è un’influenza, smettiamo di minimizzare i rischi: siamo tornati oltre 100 morti»
di Margherita De Bac
«Le mascherine sono una barriera efficace. Tutti dobbiamo collaborare»
«Nessuna intenzione di lasciare libero il virus», intima l’altolà Franco Locatelli. Il presidente del Consiglio Superiore di Sanità è perentorio: «In questa situazione epidemiologica non mi sembra neppure il caso di ipotizzarlo. Studi autorevoli dimostrano che anche gli asintomatici contribuiscono alla sua diffusione».
Abbiamo rinunciato troppo presto alle mascherine?
«Su questo aspetto abbiamo ascoltato affermazioni singolari e sbagliate come quella che non servivano più con un virus così contagioso».
Hanno perso in parte efficacia contro Omicron BA 5, la variante ormai dominante al 71% ?
«È possibile. Eppure il loro ruolo protettivo è fuori discussione.
Indossarle, specie le FFP2, quando raccomandato e indicato negli spazi
chiusi, sui mezzi di trasporto pubblici e anche all’aperto in presenza
di assembramenti, è una scelta di difesa per sé stessi e per gli altri».
I grandi eventi andrebbero sospesi?
«Che gli eventi di massa possano amplificare i contagi è nozione
largamente consolidata da decenni. Non significa però, almeno finché la
situazione resta sotto controllo, sospenderli. Credo possano
svolgersi, accostandosi ad essi con senso di responsabilità. Come? Non
partecipare se si sa di essere positivi o se accusiamo sintomi sospetti.
Indossare mascherine, non scambiare bicchieri. I giovani ci hanno dato
tante buone lezioni. Ce ne diano altre».
E poi vaccinare con la quarta dose anche i 60enni?
«La circolazione virale è aumentata, l’occupazione dei letti nelle
aree mediche e, in minor misura, nelle rianimazioni è cresciuta. Le agenzie europee EMA e ECDC,
inserendosi nel solco tracciato dall’Italia (che già offriva il secondo
richiamo a ultra 80enni e a 60-79enni con patologie concomitanti) si
sono orientate a indicarla ai 60enni, anche sani, e a tutti i fragili in
ogni età».
L’Italia seguirà questo solco?
«È
già stata avviata una riflessione. Il ministro Speranza è stato fra i
più convinti sostenitori dell’opportunità di avere una posizione
condivisa nell’Ue e in linea con quella delle istituzioni internazionali.
È una scelta di tutela verso coloro che rischiano di sviluppare forme
gravi di Covid ed è coerente, lo ribadisco, con quanto avevamo deciso
settimane or sono».
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