Migranti, a Lampedusa l’hotspot della vergogna

La nave San Marco tornerà stamattina per ripetere l’operazione e trasferire altri 600 migranti. Inoltre stasera dovrebbe partire «un grosso pattugliatore della Guardia di finanza che imbarcherà altre 120 o 150 persone e nel frattempo si sta cercando di imbarcare altri 80-100 migranti su un traghetto di linea.

«Se non lunedì, al massimo martedì, completeremo i trasferimenti», ha promesso, dopo un sopralluogo all’hotspot, il prefetto di Agrigento Maria Rita Cocciufa. «Lavoriamo alacremente e continueremo a farlo – ha aggiunto –. È stata fatta già ieri, d’intesa con il Comune, una raccolta straordinaria di rifiuti presenti nella struttura che verrà ripulita ulteriormente».

Dopo la denuncia sul sovraffollamento si è scoperto anche che nella struttura operava un solo medico e che c’è carenza di mediatori culturali. Si parla di contratti e incarichi scaduti che ancora non sono stati rinnovati rallentando le procedure di pre-identificazione degli ospiti, «Ci sono stati degli innesti significativi grazie a Frontex e Unhcr. Stiamo cercando di rimettere in piedi un meccanismo – ha assicurato il prefetto di Agrigento – che ha avuto dei momenti di difficoltà, da parte nostra l’attenzione è assoluta».

Le difficoltà vanno avanti da mesi e coinvolgono la cooperativa Baia Grande di Trapani che da marzo ha in gestione il centro. Già dalla primavera i dipendenti hanno denunciato di non ricevere regolarmente lo stipendio e di essere costretti a continui cambi di mansione durante il lavoro. A maggio una di loro si è licenziata. Si chiama Piera Magnolia, ha 48 anni e una lunga esperienza nell’assistenza ai migranti ma quello che ha vissuto a Lampedusa le è sembrato intollerabile. «Non ho ancora ricevuto gli stipendi anche se sono trascorsi quasi due mesi da quando mi sono licenziata. Ma questo è il minore dei problemi. Mi sono trovata a pulire i bagni e subito dopo a distribuire i pasti in mensa. Da un punto di vista igienico non è tollerabile. C’erano due soli operatori per ottocento persone, uomini donne e bambini nello stesso padiglione, ho assistito a scene di sesso, ho visto che gli abiti vengono consegnati con grande ritardo, che non ci sono le lenzuola né le coperte per tutti. È una situazione di totale disumanità nei confronti degli ospiti».

Di fronte alle difficoltà il sindaco Filippo Mannino chiede di intensificare i trasferimenti e soluzioni «strutturali non emergenziali» attraverso corridoi umanitari e «istituendo punti di accesso per le richieste di asilo politico direttamente in Africa». Una soluzione che ricorda proposte molto care alla destra. Infatti il sindaco ottiene la solidarietà del leader della Lega Matteo Salvini che prova a contrastare il calo di consensi annunciando del suo arrivo «imminente» sull’isola dopo essersi impadronito delle foto pubblicate da Giusi Nicolini e aver dichiarato fallito «il modello di accoglienza della sinistra».

LA STAMPA

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