Franco Bernabè: “La crisi dell’energia durerà anni, a questi prezzi l’industria non regge”

Greta Thunberg?

«L’esplosione mediatica del fenomeno Thunberg è difficile da giustificare. Il messaggio del decarbonizzare subito è irrazionale. Chiunque aveva responsabilità politica avrebbe dovuto riportare il dibattito all’interno della razionalità, invece di farsi trascinare».

Chi ha mancato?

«Tutto il sistema politico, nazionale e internazionale. I politici di oggi corrono dietro ai social media. Invece di pianificare nel lungo periodo il benessere dei loro Paesi, dicendo la verità, hanno cercato il consenso facile rinunciando a un progetto serio di transizione energetica, che va fatta».

Nucleare e gas sono nella tassonomia. L’Italia, che non ha il nucleare, può raggiungere gli obiettivi del “Fit for 55”?

«Gli obiettivi del Fit for 55 sono estremamente difficili da raggiungere, se non con un costo enorme per tutta l’industria europea. Per l’Italia il costo è ancora più elevato. La Germania ha il nucleare e ha molte più rinnovabili di noi, così come la Spagna, la Francia ha il nucleare. Da noi le rinnovabili hanno trovato la stessa opposizione dei combustibili fossili e, nonostante lo sforzo del governo per accelerare gli investimenti, difficilmente riusciremo a colmare il gap».

L’obiettivo 2035 della mobilità elettrica privata?

«Non capisco perché l’Europa, invece di limitarsi a dare l’obiettivo della decarbonizzazione, stabilisca anche gli strumenti per arrivarci. Guardando al ciclo vita dell’automobile, i motori endotermici alimentati a biodiesel sono più ecologici dei motori elettrici. Serve neutralità tecnologica. Anche assumendo che nel 2035 tutte le auto siano elettriche, cosa impossibile, la maggior parte saranno parcheggiate per strada: dove le mettiamo le colonnine? Inoltre, tutta la rete elettrica andrebbe adeguata a un fabbisogno di potenza superiore».

L’Europa è autolesionista?

«Cingolani si è battuto per spostare il termine, facendoci guadagnare l’appellativo di Paese anti-ambientalista: ridicolo. Siamo tra i leader mondiali nell’economia circolare nella produzione industriale, una delle filiere è quella del biodiesel da rifiuti sviluppato dall’Eni, che ha convertito le raffinerie di Gela e Marghera».

L’industria e le famiglie?

«Se i prezzi restano a questo livello l’industria energivora non ha prospettive, gli aumenti non sono trasferibili. L’inflazione, non essendoci meccanismi che consentono di assorbirla, genererà problemi sociali. Inflazione e recessione fanno crollare i consumi: l’Italia rischia di tornare indietro di 30 anni, a quel punto, paradossalmente, potrà raggiungere gli obiettivi Ue sulle emissioni».

Il governo?

«In termini di mitigazione degli effetti e di ricerca di alternative, credo che abbia fatto il massimo che poteva fare. Purtroppo, la situazione dipende da fattori estranei alle leve che l’esecutivo ha a disposizione»

Arvedi ha completato la decarbonizzazione. Acciaierie d’Italia ce la farà?

«Può farlo, a due precondizioni: che la società continui a produrre con l’attuale dotazione impiantistica finché non entrano in marcia i nuovi impianti; e la disponibilità di risorse finanziarie da investire nella decarbonizzazione, che vanno cercate nel Pnrr».

LA STAMPA

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