La prima foto a colori del telescopio Webb: Biden svela una nuova finestra sull’universo
Una “giornata storica”. Così Joe Biden ha salutato la diffusione da parte della Nasa della prima foto a colori catturata dal Telescopio spaziale James Webb, il progetto da 10 miliardi di dollari realizzato da Usa, agenzia spaziale europea e Canada. Si tratta, ha detto il presidente Usa nel corso di una cerimonia alla Casa Bianca, di una “nuova finestra sul nostro universo”, in grado di catturare la luce proveniente da 13 miliardi di anni fa. “Con il Telescopio spaziale James Webb possiamo sperare di vedere le prime galassie formate tra 100 e 300 milioni di anni dopo il Big Bang”, spiega Adriano Fontana, ricercatore dell’Istituto nazionale di astrofisica (INAF).
La prima foto a colori del telescopio Webb mostrata a Biden: “Questa luce ha 13 miliardi di anni”
L’immagine diffusa, alla quale ne seguiranno altre, è la “più profonda visione dell’universo mai catturata”, come spiega la Nasa. Si tratta della più grande distanza, sia in termini fisici che temporali che l’umanità sia riuscita a raggiungere con i propri strumenti, prossima all’inizio del tempo stesso e ai confini del nostro universo. Lanciato lo scorso dicembre, il Telescopio spaziale James Webb ha raggiunto il suo punto di osservazione, a un milione di miglia dalla Terra, a gennaio. Per il presidente Biden, il governo federale deve “investire di più” nella scienza e nella tecnologia. “L’America può fare grandi cose, niente è al di là delle nostre capacità”, ha detto il presidente, che ha definito “miracoloso” il nuovo telescopio. La collaborazione internazionale che ha prodotto il telescopio,continua Biden rappresenta il modo in cui “l’America guida il mondo”.
“I dati presentati dal presidente statunitense – continua il ricercatore Fontana – sono la dimostrazione che è valsa la pena di aspettare tutti questi anni. Le capacità di James Webb sono molte volte superiori a quelle che qualsiasi telescopio da terra può ottenere oggi o nel prossimo futuro. La sua specialità è vedere nell’infrarosso, cioè alle lunghezze d’onda che ci permettono di osservare le galassie più lontane dell’universo, oppure nel cuore delle nebulose in cui nascono nuovi pianeti e le nuove stelle. Zone dell’universo che neanche l’Hubble Space Telescope o i telescopi da terra possono osservare”.
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