Berlusconi: “Il governo va avanti anche senza 5 Stelle. Nessuno dopo Draghi in questa legislatura”

Andrea Malaguti

Silvio Berlusconi dice tre cose d’impulso, come se gli stessero da un pezzo sulla punta della lingua. La prima: «Mario Draghi sarà l’ultimo presidente del Consiglio di questa legislatura, ma si può andare avanti anche senza i Cinque Stelle». La seconda: «Il campo largo ormai mi sembra un campo santo». La terza: «L’idea di un grande centro mi fa sorridere, il voto non ci fa paura». Sistemati tutti. E lui? Protagonista del più lungo crepuscolo degli Dei della storia repubblicana, il Cavaliere risponde per iscritto alle domande de La Stampa con la plateale soddisfazione di chi è stato capace per l’ennesima volta di mettersi al centro del micragnoso dibattito quotidiano, semplicemente evocando una verifica nella maggioranza di governo. Un colpo astuto, narcisisticamente, e forse anche sostanzialmente, non irrilevante, che segna per sempre la fine del rapporto innaturale con quel che resta del grillismo. Potrebbe infierire su Conte, il Cavaliere. Ma ormai fa finta di nulla, considerando scomoda qualunque forma di risentimento. O forse ritenendo il leader pentastellato un uomo che vive di “grazie mille-non c’è di che” e che ha attraversato la scena pubblica come una meteora. Mentre lui non passa mai e si diverte a blandire gli elettori (ex?) dell’Avvocato del Popolo. «La loro insofferenza verso un certo tipo di politica è anche la mia». Chissà che non riesca a convincerne qualcuno. Perché se guarda all’autunno, Silvio Berlusconi fiuta per il Paese l’atmosfera di un disastro senza limiti e, forse, di un nuovo piccolo successo personale.

Presidente, questo governo è ai titoli di coda?
«Non dipende certo da noi. Siamo stati i primi a volerlo e abbiamo assunto l’impegno di sostenerlo lealmente fino al 2023. Non cambiamo certamente idea. Però non è possibile che un governo vada avanti se ogni giorno una delle maggiori forze politiche che dovrebbero sostenerlo si dissocia fino a non votare provvedimenti essenziali. Per questo ho chiesto un chiarimento che non è più differibile. Se i Cinque Stelle sono ancora nel perimetro della maggioranza si comportino di conseguenza. Se non lo sono più, lo dicano chiaramente».

Sbaglia Draghi a dire (e ribadire): senza M5S questo governo non c’è?
«Non sta a me naturalmente valutare le parole del presidente Draghi. Sono scelte che spettano solo a lui. Per quanto ci riguarda posso dire che i numeri consentono di continuare a governare in ogni caso. E che ovviamente questa è l’ultima volta che parteciperemo a un governo con i Cinque Stelle».

È stato il presidente Mattarella a varare il governo di “unità nazionale”. Senza i Cinque Stelle quell’unità non ci sarebbe più nei fatti.
«Siamo molto grati al Presidente Mattarella per aver dato vita ad un governo all’altezza della situazione in un momento drammatico dal punto di vista economico e sanitario. Era quello che noi per primi avevamo chiesto. Ero convinto che tutte le forze politiche che avevano accettato di farne parte avessero compiuto un gesto di responsabilità e di maturità, nell’interesse del Paese, mettendo da parte per l’intera legislatura calcoli elettorali e tattiche da teatrino della politica, che in una stagione così grave non ci possiamo permettere. Purtroppo capisco che non è così. I Cinque Stelle rischiano di fallire ancora una volta l’esame di maturità».

C’è aria di elezioni anticipate.
«Mi auguro di no, ma se accadesse noi siamo pronti. I sondaggi sono in continua crescita e ci danno ormai stabilmente in doppia cifra. E naturalmente puntiamo ad andare molto più in là. In queste settimane con i miei collaboratori sto mettendo a punto il programma elettorale con il quale ci presenteremo agli italiani».

Inflazione, caro bollette, distruzione del potere d’acquisto dei salari, guerra in Ucraina, fondi del Pnrr da gestire. È accettabile mandare il governo a casa in questo scenario da Apocalisse?
«La situazione è gravissima. Il Covid sta rialzando la testa, abbiamo la guerra in Europa quasi alle porte di casa, l’inflazione erode i risparmi, il costo dell’energia e delle materie prime rischia di mettere in ginocchio famiglie e imprese. Noi davvero vogliamo affrontare mesi di paralisi invece di lavorare ogni giorno seriamente per affrontare le emergenze? Chi sta mettendo in pericolo la stabilità del Paese dovrebbe mettersi una mano sulla coscienza».

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