Il piano della Ue sul gas: 19 gradi negli uffici pubblici, incentivi e patto tra Stati. Ma c’è già il no di Orbán
Riduzione dei consumi
La seconda fase comincerà dal 20 luglio, giorno in cui la Comunicazione sarà presentata, e si basa su una riduzione della domanda Ue di gas coordinata di fronte all’alto rischio di «un deterioramento significativo della situazione dell’approvvigionamento».
Gazprom ha già fatto sapere che non è in grado di garantire «il funzionamento sicuro» del Nord Stream 1 dopo il 22 luglio , quando dovrebbero terminare i lavori di manutenzione. La Commissione propone l’obbligo per gli edifici pubblici di limitare il riscaldamento a 19° e il raffreddamento a 25°; l’introduzione di aste o gare per incentivare la riduzione dei consumi da parte dei grandi consumatori (per lo più industrie). Le aziende che possono ridurre la domanda e lo decidessero volontariamente otterrebbero una compensazione.
Scambi contrattuali
Viene suggerita la possibilità per i clienti industriali, compatibilmente con l’Antitrust, di concordare in anticipo scambi contrattuali della loro produzione da una regione esposta a interruzioni a una regione meno esposta che si attivano in caso di allerta o di emergenza comunitari. Si invita anche all’uso dei contratti di interrompibilità e all’introduzione di incentivi per il cambio di combustibile per l’industria e l’elettricità.
Si invita a prolungare, quando possibile, la vita delle centrali nucleari e a carbone e di allentare temporaneamente i limiti ambientali. Vengono indicate le linee guida per stabilire le priorità tra i clienti non protetti in caso di gravi interruzioni, che tengono conto di criteri sociali ed economici (catene di approvvigionamento transfrontaliere, danni agli impianti, industrie strategiche, valore aggiunto, addetti). Nella terza fase, quella dell’«emergenza», sarà applicato il nuovo regolamento sullo stoccaggio del gas.
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