Governo Draghi, il voto al Senato: sì alla fiducia, il premier va al Quirinale

Tutto come previsto: Palazzo Madama ha dato il via libera al dl aiuti attraverso il voto di fiducia ma i senatori del M5S non hanno partecipato al voto aprendo di fatto una crisi politica

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• Il governo guidato da Mario Draghi si avvicina alla crisi.
• Oggi il Senato ha votato la fiducia posta dall’esecutivo sul Dl Aiuti, che stanzia decine di miliardi per famiglie e imprese.
• Ieri sera, il leader dei 5 Stelle Giuseppe Conte aveva annunciato che il suo gruppo avrebbe lasciato l’aula al momento del voto. Così è accaduto.
• Si è aperto una crisi non nei numeri (il governo ha la maggioranza anche senza i 5 Stelle), ma politica: per questo Draghi è andato da Mattarella.
• Il tentativo di «sminamento» della crisi da parte del ministro per i rapporti con il Parlamento Federico D’Incà è fallito: Draghi ha indicato come unica via percorribile la richiesta di fiducia.

Ore 16:50 – Conte: «La crisi? Forzatura compiuta da altri»

«Il M5s ha dato sostegno a questo governo sin dall’inizio con una votazione» e i con i «pilastri della della transizione ecologica e della giustizia sociale. Se poi si crea una forzatura e un ricatto per cui norme contro la transizione ecologica entrano in un dl che non c’entra nulla, noi per nessuna ragione al mondo daremo i voti. Se qualcuno ha operato una forzatura si assuma la responsabilità della pagina scritta ieri. L’introduzione» di quella pagina «è stata la riunione del Cdm in cui i nostri ministri non hanno partecipato al voto». Così il leader del M5s Giuseppe Conte uscendo da casa sua.

Ore 16:29 – Bonomi: «Incredulità per gli sviluppi politici»

«Assistiamo con totale incredulità a sviluppi politici che palesemente ignorano sia gli impegni che il Governo ha assunto con la sua maggioranza e con il Paese, sia l`emergenza della situazione internazionale e il ruolo di primo piano del governo italiano in Europa e nella Nato. Sono manifestazioni di totale irresponsabilità che ci lasciano senza parole». Così il Presidente di Confindustria Carlo Bonomi a margine dell`Assemblea di Confindustria della Valle d`Aosta

Ore 16:11 – Draghi-Mattarella: incontro di un’ora

È durato circa un’ora il colloquio tra Mario Draghi e Sergio Mattarella. Al termine dell’incontro il premier è rientrato a Palazzo Chigi.

Ore 15:46 – «Grillo in linea totale con Conte»

Beppe Grillo sta sentendo i suoi e anche con Conte i contatti sono continui. E, secondo l’agenzia Adnkronos, «è in linea totale» con l’ex premier. A convincerlo «l’insofferenza toccata con mano nel blitz a Roma – spiega un volto noto del Movimento – ha capito che non ne potevamo più. E anche la base: Grillo ha fiuto oltre ad avere un occhio attento sui commenti sui social. Ha capito che la base è insofferente né più né meno di noi parlamentari». Già nei giorni scorsi aveva ragionato sull’ipotesi di appoggio esterno, poi si man mano si è sempre più convinto. «A Roma non ho visto entusiasmo, non c’era più – si è confidato con alcuni fedelissimi – dobbiamo ritrovarlo, altrimenti il Movimento è fottuto…».

Ore 15:25 – E Bruxelles taglia le stime di crescita per l’Italia

Proprio nelle ore in cui il governo Draghi entra nella sua fase più difficile, la Ue ha tagliato le previsioni di crescita per l’Italia. Secondo Bruxelles l’andamento dell’economia sarà da «montagne russe»: nel 2022 le stime per l’Italia vengono ritoccate addirittura verso l’alto (da 2,4 a 2,9) ma il pil frenerà bruscamente nel 2023 fermandosi a 0,9 rispetto all’1,9 precedentemente stimato.

Ore 15:15 – Passa la fiducia, Draghi lascia Palazzo Chigi

Il Senato ha approvato la fiducia al dl aiuti (172 sì, 39 no). Nessun senatore del M5S ha partecipato al voto. Immediatamente dopo il premier Mario Draghi ha lasciato Palazzo Chigi diretto al Quirinale. Il consiglio dei ministri convocato per le 15.30 è stato annullato.

Ore 15:12 – Giorgetti: «Governo finito? Ci sono i supplementari…»

«Governo finito? Beh, ci sono sempre i tempi supplementari…». Così il ministro per lo sviluppo Economico, il leghista Giancarlo Giorgetti intercettato dai cronisti nei pressi del Senato.

Ore 15:06 – Alla prima chiama M5S compatti: nessuno vota

Alla prima chiama comportamento compatto del gruppo M5S: nessuno dei senatori ha votato. Assente tra gli altri anche il ministro delle politiche agricole Stefano Patuanelli.

Ore 14:49 – Cosa può succedere adesso

Cosa può succedere adesso? Tecnicamente il gesto dei senatori M5S non significa una bocciatura del provvedimento (il dl aiuti è destinato a passare) ma lo «strappo» politico è evidente. Draghi potrebbe dunque incontrare di nuovo Mattarella nelle prossime ore. Tra le ipotesi che trapelano da fonti del Quirinale, un rinvio alle Camere del governo per una nuova fiducia: un modo per fare sì che i partiti si assumano le loro responsabilità.

Ore 14:34 – Via al voto al Senato

Concluse le dichiarazioni, sono cominciate le operazioni di voto al Senato sulla fiducia posta dal governo al dl aiuti. Il voto avviene attraverso la chiamata nominale. L’esito arriverà nel giro di un paio d’ore.

Ore 14:31 – Meloni: «Basta giochi di palazzo. Al voto»

«Basta liti e giochi di Palazzo sulla pelle dell’Italia e degli italiani: abbiano il coraggio e la dignità di presentarsi al cospetto dei cittadini». Lo scrive su Facebook il presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni

Ore 14:23 – Il M5S conferma: «Non partecipiamo al voto»

«Non partecipiamo al voto su questo provvedimento. Non ne condividiamo nè parte del merito nè il metodo»: così la capogruppo M5S al Senato Mariolina Castellone ha ufficializzato la posizione del suo gruppo sul voto di fiducia. Castellone ha in precedenza rivendicato gli obiettivi raggiunti grazie al M5S e lamentato che i provedimenti pentastellati sono stati sottoposti a un processo di smantellamento. Urla e applausi hanno fatto seguito all’intervento della senatrice.

Ore 14:15 – Fontana: «I governatori della Lega sono con Salvini»

Il presidente della Lombardia Attilio Fontana oggi smentisce quanto emerso ieri, ossia che ci sia una linea dei governatori leghisti come lui e Luca Zaia diversa da quella del segretario Matteo Salvini: «Nessuna linea dei governatori, siamo assolutamente in linea con quello che dice il segretario e la Lega, mi sembra che quanto richiesto sia assolutamente logico. Quindi meglio assolutamente in questo caso le urne». (Stefania Chiale)

Ore 14:12 – Anche Forza Italia con Draghi. «E i M5S si dimettano»

«Noi rivendichiamo la nostra coerenza e quindi non faremo capricci su un decreto che stanzia miliardi per famiglie e imprese», afferma la capogruppo di Forza Italia Anna Maria Bernini, in dichiarazione di voto sulla fiducia. Per Bernini si è assistito a «due giorni di non lucida follia che hanno un nome e un cognome: Movimento 5 stelle. Immagino che ora il ministro D’Inca’ trarrà le debite conseguenze come i suoi colleghi ministri e sottosegretari» e si dimettano

Ore 14:06 – La Lega conferma la fiducia a Draghi

Paolo Tosato a nome della Lega conferma la «fiducia al governo perché i provvedimenti contenuti nel decreto sono necessari. Togliere la fiducia è una scelta legittima, farlo su questo provvedimento è da irresponsabili», dice in Aula in dichiarazione di voto sulla fiducia posta dal governo sul decreto Aiuti.

Ore 13:36 – Tassisti in piazza, la Lega è con loro

Fuori dai palazzi della politica continua a tenere banco la questione dei taxi. Un cordone di polizia in tenuta antisommossa si è posto di fronte a centinaia di manifestanti che protestano animatamente in via del Corso per lo stralcio dell’articolo 10 del Ddl Concorrenza. Stralcio che è stato nuovamente richiesto dalla Lega, schieratasi dalla parte dei tassisti.

Ore 13:25 – Renzi: «Draghi vada avanti, i ministri M5S si dimettano»

Matteo Renzi ha chiesto che Mario Draghi continui la su azione di governo ma nel contempo che i ministri M5S si dimettano. «La situazione che si è creata pone l’esigenza di lanciare da quest’aula un appello alla responsabilità con un destinatario che è il presidente del Consiglio Mario Draghi e nessun altro». E a proposito del premier il leader di Italia Viva ha aggiunto: «Nulla in questo momento giustifica la fine dell’esecutivo». E sui Cinquestelle: «È legittimo aprire una crisi di governo da parte M5S, ma se si decide di non votare la fiducia allora si firma la lettera di dimissioni di ministri e sottosegretari».

Ore 12:52 – Il governo ha posto la questione di fiducia, al Senato

Il governo ha ufficialmente posto la questione di fiducia al Senato sul decreto Aiuti, sullo stesso testo già licenziato dalla Camera.

Il voto è atteso tra due ore e mezza circa.

I 5 Stelle non dovrebbero partecipare al voto, come annunciato ieri.

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