Incendio Massarosa, la disperazione dei residenti costretti a fuggire: evacuate 500 persone
Il fuoco, prima delle due, ha cominciato ad avanzare in ogni direzione, mangiando un bosco di pini, tra salti di vento di centinaia di metri. Muri di fiamme anche sotto la bretella autostradale Lucca-Viareggio, mentre il bosco scoppiettava come fosse un enorme braciere, il cielo illuminato di rosso. E poi le esplosioni, le bombole di gpl delle case che saltavano in aria: il lampo, poi il tonfo sordo. «Siamo in pochi, non bastiamo», hanno ripetuto di continuo i vigili del fuoco e i volontari, costretti a usare col contagocce le squadre disponibili, a svegliare dopo mezz’ora di sonno chi aveva già affrontato l’incendio per tutto il giorno precedente. Poi, le notizie da Montigiano, ma anche da Pieve a Elici dove alcune case sono andate in fiamme.
Occhi rossi, pianti, la disperazione di chi «ho perso tutto». E mentre anche alla sindaca, senza fermarsi un attimo, tra telefonate e confronti continui con gli operatori per gestire il recupero di anziani e infermi, le lacrime sono scese a lungo sul viso. Riccardo Brocchini, presidente del Consiglio comunale, al centro operativo allestito a Massarosa alle cinque e mezzo del mattino, urlava al telefono, una chiamata dietro l’altra: «È un inferno, accorrete tutti, è una catastrofe». Solo dopo le sei del mattino, dopo l’alba, sono potuti tornare i primi elicotteri. A seguire, poco prima delle sette, il primo tanto atteso Canadair, con la gocce di pioggia lasciate dalla scia dell’aero accolte come una benedizione. Mentre i vigili del fuoco e i volontari dell’antincendi boschivi tornavano dalla montagna con gli sguardi bassi e i volti coperti di fuliggine.
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