Grano: sbloccato l’export. Accordo Ucraina Russia, ma la firma arriva in due tempi
Roma – Arriva anche la firma della Russia, in separata sede rispetto a quella dell’Ucraina, che aveva firmato la sua parte dell’accordo sul grano con la Turchia e l’Onu qualche ora prima. Un documento che sbloccherà il trasporto del grano ucraino attraverso i porti del Mar Nero, finora bloccati dalla marina militare russa. Ma anche un accordo che il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, definisce “un faro nel Mar Nero” e “stabilizzerà i prezzi degli alimenti”. Un’intesa storica poi, perché segue, ad appena ventiquattrore, la riapertura del Nord Stream 1, il gigantesco tubo che porta il gas russo in Europa.
Non si è trattato, però, di un accordo diretto tra Kiev e Mosca, in quanto la firma del documento è prima avvenuta tra Ucraina e Onu, poi la Russia ha firmato separatamente. Un accordo in due tempi, insomma. E i rappresentanti di Mosca e Kiev non si sono nemmeno incontrati, evitando la foto ricordo mentre si stringono la mano.
Grande soddisfazione per il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, grande mediatore che ha ospitato nel Palazzo Dolmabahce a Instanbul le due delegazioni. “Oggi è una giornata storica, siamo fieri del nostro ruolo svolto in questa iniziativa che ha risolto la crisi alimentare mondiale. L’accordo di oggi riguarda tutte le nazioni del mondo, dall’Africa all’Asia, e stiamo evitando insieme l’incubo della fame” globale, ha detto.
Il via libera permette ora il passaggio di almeno 35 milioni di tonnellate di grano, ma intanto l’intesa ha già fatto calare il prezzo del cereale tornato ai livelli precedenti allo scoppio della guerra. Il grano tenero viene scambiato a 784,5 dollari per ogni singola unità contrattuale da 5mila staia (-2,64%), come lo scorso 16 febbraio, una settimana prima dell’attacco di Mosca a Kiev. Analoga la dinamica del grano duro (-2,32% a 841,25 dollari per 5mila staia), poco sotto la chiusura dello scorso 18 febbraio.
Quella odierna è la prima intesa Russia e Ucraina dall’inizio della guerra il 24 febbraio. Durante la cerimonia per la firma, che inizialmente era prevista per le 16.30 (le 15.30 in Italia), il documento, per la parte ucraina, è stato firmato dal ministro delle Infrastrutture ucraino Oleksandr Kubrakov, dal ministro della Difesa turco Hulusi Akar e dal segretario generale dell’Onu António Guterres. Poi è toccato al rappresentante di Mosca,il ministro della Difesa russo Serghei Shoigu. Ad assistere alla cerimonia anche l’oligarca Roman Abramovich. La Russia ritiene che l’accordo sul grano con l’Ucraina sia “importante perché i canali di approvvigionamento del mercato globale dovrebbero essere sbloccati a causa dell’incombente crisi alimentare”, riporta l’agenzia Tass.
Erdogan, prima della firma, aveva dichiarato in giornata: “Supereremo le difficoltà e l’accordo sarà firmato”. Il ministro della Difesa russo Shoigu era arrivato a Istanbul in mattinata e nel corso della giornata ha incontrato suo omologo turco Akar e hanno discusso tra l’altro della Siria. Shoigu, riportano le agenzie russe citando il ministero della Difesa russo, ha insistito sul fatto che le truppe Usa sono presenti illegittimamente in Siria e ha affermato che è necessario mantenere il cessate il fuoco.

Kiev: “Immediata risposta militare se Russia provoca”
L’Ucraina, nella persona del consigliere della presidenza ucraina Mikhailo Podolyak, ha specificato che la firma dell’accordo sull’export di grano è con Onu e Turchia, ma non con la Russia. Ha poi avvertito che qualsiasi “provocazione russa” dopo questo accordo riceverà una “risposta militare immediata”.
L’accordo sul grano, inoltre, non presuppone che navi russe scortino i cargo ucraini. Stando, poi, all’ufficio del presidente ucraino Zelensky citato da Tass, in caso si rendessero necessarie ispezioni ai cargo di Kiev nel Mar Nero a condurle saranno gruppi congiunti.
Dopo la firma dell’accordo, sono arrivate le rassicurazioni del ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu: “La Russia ha assunto gli obblighi che sono chiaramente enunciati in questo documento. Non approfitteremo, in questo caso, dello sminamento e dell’apertura dei porti”, ha sottolineato. Perché l’altra cosa è che: “È responsabilità di Kiev garantire la sicurezza (delle navi con il grano, ndr) nelle acque territoriali ucraine”, ha affermato Shoigu precisando che in questo compito che deve svolgere Kiev “rientra anche l’azione di sminamento” delle acque.
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