Inps: contro il gran caldo si può attivare la cassa integrazione, ecco come fare

Paolo Baroni

Se la colonnina di mercurio supera i 35 gradi le imprese possono attivare la cassa integrazione ordinaria e fermare temporaneamente la loro attività. L’integrazione salariale, avvisa una nota congiunta di Inps e Inail che fornisce tutte le istruzioni del caso, dopo che innanzitutto sindacati degli edili avevano sollecitato una presa di posizione sul rischio-caldo, però può essere richiesta anche a fronte di temperature «percepite» come alte, in particolari condizioni di lavoro.

I fenomeni climatici estremi, soprattutto in questi ultimi giorni, sono stati infatti posti in relazione con un aumento del rischio di infortunio sul lavoro e per questo Inps e Inail hanno reso note le istruzioni per la gestione del rischio caldo e per l’accesso alle prestazioni cassa integrazione ordinaria per sospensioni o riduzioni dell’attività lavorativa dovuta a temperature elevate. Le linee guida Inail sono disponibili sul sito istituzionale dell’istituto alla voce «Gestione del rischio caldo».

La causale «eventi meteo»
Per quanto riguarda le prestazioni di “Cigo” erogate dall’Inps viene innanzitutto precisato che la causale “eventi meteo” è invocabile dall’azienda anche in caso di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa a causa delle temperature elevate.

Al riguardo, le istruzioni fornite nella circolare Inps n. 139/2016 e nel messaggio Hermes Inps n. 1856/2017 precisano che sono considerate “elevate”, le temperature superiori ai 35° centigradi. Tuttavia, anche temperature inferiori al predetto valore possono essere considerate idonee ai fini del riconoscimento dell’integrazione salariale, atteso che la valutazione sull’integrabilità della causale in questione deve essere fatta con riferimento non solo alle temperature registrate dai bollettini meteo ma anche a quelle “percepite”, che notoriamente sono più elevate rispetto a quelle reali, tenuto conto della particolare tipologia di lavorazione in atto.

I lavoratori più esposti
Come spiega la nota congiunta Inps-Inail le lavorazioni dove si soffre di più il caldo riguardano la stesura del manto stradale, i lavori di rifacimento di facciate e tetti di costruzioni, le lavorazioni all’aperto che richiedono indumenti di protezione, ma anche tutte le fasi lavorative che, in generale, avvengono in luoghi non proteggibili dal sole o che comportino l’utilizzo di materiali o lo svolgimento di lavorazioni che non sopportano il forte calore.

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