Salvini e la Russia, polemiche sull’ambasciata di Mosca a Roma. Le scelte del «falco» Razov tra minacce e querele
di Virginia Piccolillo
Mentre Salvini si preparava alla «missione di pace» tanto contestata, dall’ambasciata avrebbero chiesto a Capuano se il Carroccio ritirava i ministri per far cadere il governo Draghi
Due mesi dopo le polemiche infuocate per il viaggio a Mosca di Matteo Salvini, organizzato in pieno conflitto tra Russia e Ucraina, l’ambasciata a Roma torna al centro di polemiche e sospetti. Perché proprio mentre si preparava la «missione di pace» tanto contestata del leader della Lega, il vicario dell’ufficio politico dell’ambasciata russa Oleg Kostyukov (figlio del capo del servizio segreto russo Gru) avrebbe chiesto ad Antonio Capuano — l’organizzatore del tour che vanta o millanta, relazioni col Cremlino — se il Carroccio avrebbe voluto ritirare i ministri per far cadere il governo Draghi. E allora la nuova presa di distanze dello staff del Capitano —che ci tiene a rimarcare come Capuano non sia mai stato «né un consigliere, né tantomeno retribuito dalla Lega» — fa trasparire l’imbarazzo, ma anche il timore che quella missione torni a segnare la campagna elettorale.
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Del resto l’atteggiamento dell’ambasciatore Razov nei confronti dell’Italia è stato più volte minaccioso, tanto da convincere la Farnesina a convocarlo per chiarimenti. Perché prima Razov aveva querelato i media italiani per i sospetti sulla missione anti-Covid 2020: «Vi abbiamo teso una mano di aiuto e ora qualcuno vuole morderla». Poi il rapporto del ministero degli Affari esteri della Russia pubblicato sul profilo social dell’ambasciata sulla asserita «grande campagna contro la cultura russa e i suoi rappresentanti», che avrebbe portato in Italia a una serie di «sgradevoli incidenti».
Dei contatti tra Capuano e Kostyukov si era a lungo dibattuto, giacché prima della missione di fine maggio, lo stesso Capuano aveva portato Salvini in Vaticano, dal cardinale Parolin. Ma quando poi si era trattato di pagare i biglietti aerei per Mosca, Capuano aveva accampato difficoltà con la carta di credito spiegando di non avere rubli e l’ambasciata aveva deciso di provvedere alle spese. «Tutto restituito subito», hanno sempre giurato dalla Lega. Ma ora la natura di quei contatti torna al centro della scena politica. Qual era il vero scopo del viaggio? Che cosa aveva detto Capuano ai russi? Che cosa aveva chiesto loro per garantire a Salvini un incontro con il presidente Putin?
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