Elezioni: Pd e Fratelli d’Italia appaiati al 23%. Coalizioni, il centrodestra domina

di Nando Pagnoncelli

Le dimissioni del presidente del Consiglio Mario Draghi e la fine anticipata della legislatura hanno rappresentato un fulmine a ciel sereno per molti italiani, gran parte dei quali non segue le vicende politiche, o lo fa distrattamente, soprattutto durante il periodo estivo, quando si è alle prese con i programmi delle vacanze e solitamente si pensa ad altro. La crisi di governo ha avuto riflessi positivi sull’indice di gradimento dell’esecutivo e del premier che hanno fatto registrare un aumento di 3 punti rispetto al mese scorso, passando rispettivamente da 55 a 58 e da 59 a 62, valori molto elevati a poco meno di un anno e mezzo dall’insediamento. Va sottolineato che le valutazioni positive riguardanti Draghi prevalgono tra tutti gli elettorati, sia pure con valori molto diversi: dal 92 dei dem, al 53 dei pentastellati, passando dal 77 degli elettori di Forza Italia, al 61 di quelli della Lega; anche tra le file di Fratelli d’Italia, il principale partito di opposizione, si registra un indice positivo (54) mentre tra gli astensionisti le opinioni si dividono e l’indice di gradimento si attesta a 50. Dunque, si tratta di una sorta di tributo al premier dimissionario del quale si è apprezzato l’operato in un periodo estremamente complesso della vita del Paese.

Chi guadagna e chi perde consenso dalla crisi di governo e dalla chiusura anticipata della legislatura? Tra i partiti aumentano Fratelli d’Italia (+3,3%) e Partito democratico (+2,4%), mentre arretrano Lega (-1,5%), Movimento 5 Stelle e Forza Italia (entrambe -0,8%) tra le forze politiche principali, e tra quelle minori il movimento di Luigi Di Maio, Insieme per il futuro (-1%), e Italexit (-0,9%). La graduatoria vede in testa il partito di Giorgia Meloni (23,3%) e il Pd (23,2%), distanziati di un solo decimale e ai massimi livelli registrati da sempre il primo e dall’inizio della legislatura il secondo; a seguire Lega (13,5%), Movimento 5 Stelle (11,3%) e Forza Italia (9%). Tra gli altri, superano la soglia di sbarramento la federazione Azione/+Europa (3,6%), l’alleanza tra Sinistra italiana e Verdi (3,4%) e Italexit (3,1%). Con l’annuncio della data delle elezioni si è ridotta di quasi due punti la quota degli astensionisti e indecisi, oggi al 40,6%. Il venir meno della possibile alleanza tra Partito democratico e Movimento 5 Stelle a seguito del ruolo assunto dai pentastellati nel determinare la fine del governo Draghi, assegna un netto vantaggio alla coalizione di centrodestra su quella di centrosinistra (45,8% a 33%).

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