Grillo regola i conti nei Cinque Stelle: candidati del territorio e simbolo intoccabile

di Marco Imarisio

Il comico insiste per le parlamentarie e per i candidati «territoriali». E forse si farà vedere solo alla chiusura della campagna elettorale

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La tentazione sarebbe quella di rispolverare la vecchia immagine del Beppe Grillo in versione Amleto, alle prese con il dilemma del suo eterno ritorno. Faccio il vecchio saggio oppure il guastatore, mi riprendo il Movimento oppure lo lascio in mani di cui non mi fido.

Ma la realtà è molto più crepuscolare, come quella della sua creatura. Oggi l’Elevato cofondatore è una persona che si sente bruciata dai compromessi che ha dovuto accettare e che ha avallato, consapevole del fatto che gli hanno nuociuto, sia come credibilità che a livello personale. Prima il governo con la Lega imposto da Luigi Di Maio, poi l’alleanza con il Partito democratico , voluta da lui e da Roberto Fico, infine il sì al governo Draghi , frutto di un suo «volli fortissimamente volli».

Adesso che ogni ponte è stato bruciato, che ogni strada è sbarrata, è solo una questione di sopravvivenza, mascherata dall’illusione del ritorno alle origini. Fonti a lui molto vicine lo dicono convinto del fatto che il futuro M5S sarà una scialuppa capace di contenere al massimo 20-30 parlamentari. Grillo, che è stato capo assoluto, trascinatore, e garante del Movimento, si trova a convivere con Giuseppe Conte, del quale continua a non avere stima e ancora meno vera interlocuzione. La sua visione è rimasta quella di un anno fa, quella di un aspirante leader «che non ha capacità », e i fatti di questi giorni hanno rinforzato le sue certezze in tal senso.

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