L’aiuto turco per aggirare le sanzioni a Putin. I sospetti di triangolazioni dall’Italia

Ma la spiegazione è probabilmente nei dati sull’export di Turkstat, l’ufficio statistico di Ankara. Fra febbraio e giugno di quest’anno l’export turco verso la Russia è esploso, con una crescita di circa 400 milioni di dollari al mese. Fra gli oltre venti principali partner commerciali della Turchia, la Russia è la destinazione cresciuta di più sia dall’inizio della guerra (più 68% di vendite turche) che nell’ultimo anno (più 46%). Persino altri Paesi che rifiutano le sanzioni contro Mosca come la Cina, il Vietnam o la Malesia ora esportano meno verso un’economia russa in profonda recessione. Invece i flussi di beni e servizi dalla Turchia alla Russia non sono mai stati così forti, così come non sono mai stati così forti i flussi dall’Italia alla Turchia stessa. Anche le dimensioni dell’aumento negli scambi sono simili, fra 300 e 400 milioni di dollari al mese in più.

Si tratta di indizi, non di prove. Ma se davvero le imprese italiane stanno usando la Turchia come piattaforma per aggirare le sanzioni e aprirsi illegalmente il mercato russo, la questione sarà impossibile da ignorare per l’attuale governo di Roma. E anche per il prossimo.

CORRIERE.IT

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