Il Pd corteggia Fico
La fatica del reclutamento è il cuore della missione impossibile di Letta. E il segretario non nasconde le difficoltà rispetto al centrodestra: «Stiamo cercando di costruire un progetto» ha detto ieri. In attesa di altri grillini, ne faranno parte Di Maio e Bruno Tabacci. Ieri il ministro e il sottosegretario centrista hanno ufficializzato l’accordo che permetterà a Di Maio di agganciarsi al simbolo di Centro democratico ed evitare di raccogliere le firme necessarie alla presentazione delle liste per i partiti che non hanno rappresentanza in Parlamento. Il lancio della proposta è atteso per domani: «Sarà un’evoluzione di Insieme per il futuro», spiega Di Maio, aperta ai sindaci dei piccoli Comuni, nella speranza di sfruttare il loro radicamento nel territorio. L’ex capo politico del M5S punta a un difficile 3%, che in coalizione permetterebbe di ottenere autonomamente seggi alle Camere. Se così non sarà i voti – ma dovrà prendere sopra l’1% – andranno distribuiti tra gli alleati, cioè a favore del Pd. In cambio i dem garantirebbero collegi uninominali per Di Maio, Vincenzo Spadafora e Laura Castelli. A Letta, resta da capire dove Carlo Calenda porterà Azione, se sarà alleata del Pd o andrà da sola, gonfiando petto e sondaggi. Molto del futuro del campo largo dipende da lui.
LA STAMPA
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