Ecco chi sono i fedelissimi di Putin
Il figlio è un figlio d’arte? Di sicuro Oleg, in documenti visionati da La Stampa, sembra commettere qualche spericolatezza. Parla troppo. E probabilmente si fa pedinare senza pratiche sufficienti di contropedinamento. Se così fosse, l’intelligence italiana avrebbe – al di là delle smentite che non smentiscono – fatto molto bene il suo lavoro: marcando strettamente affinché i tentativi russi di “destabilizzazione” non andassero a buon fine. Certo è che Oleg non sembra limitarsi a un protocollare lavoro diplomatico. Il quotidiano Il Domani ha rivelato che il 1 ottobre 2014 – due settimane prima di una stretta di mano a Milano che Matteo Salvini riesce a ottenere con Vladimir Putin – una transazione del russo fu segnalata come sospetta dall’antiriciclaggio: «Oleg Kostyukov, addetto consolare del consolato generale della Federazione Russa, ha convertito in contanti in data 1 ottobre 2014, 25 mila dollari, e il 14 ottobre, 100 mila dollari, senza farli transitare dal proprio conto corrente e senza esibire alcuna dichiarazione doganale. Il sospetto è nato dal fatto che il cliente ha motivato l’operazione come cambio per utilizzo delegazione russa presente in Italia per vertice Eurasia, ma senza operare sul conto corrente consolare». Tutto quel cash pare strano per pagare le cene della delegazione. Le carte di credito dei russi in Italia sono un filone aureo, dentro questa guerra ibrida.
LA STAMPA
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