Roberto D’Agostino: “Il Truce, il Banana, sottiLetta e Bullo da solo. Italia sull’orlo del burrone, anzi del burino”
E Renzi?
«Renzi mi ricorda uno che vince alla
lotteria e perde il biglietto. Ma come? Porta il Pd al 40 per cento e
poi lo distrugge? Ha talento, dicono. Vero: ma in politica più del
talento conta il carattere. E il suo è quello di un provinciale
frustrato, che vorrebbe farsi accettare, non ci riesce (a Firenze, poi,
la città più classista d’Italia, dove Renzi resta quello che viene dal
contado) e allora fa lo spaccone. Alla fine, farà l’alleanza con Calenda
e poi naturalmente litigheranno».
Resta Conte.
«Poverino, non si è reso conto che
Grillo gli sta resettando il Movimento. Infatti Grillo sta zitto, non fa
campagna, si gode le vacanze a Porto Cervo e sulla riva della Costa
Smeralda aspetta che dopo la disfatta passi il cadavere del Ciuffo
catramato. Conte finirà come senatore semplice a raccontare a tutti di
quando contava qualcosa e parlava con Merkel… Lo fa già».
Davvero?
«Sì. È stato l’unico italiano
beneficiato dalla pandemia, altrimenti mai sarebbe finito a Palazzo
Chigi. Fra un po’ inizierà a rivedere i filmini di quando andava al G8,
come le dive sul viale del tramonto. Del resto, da anni propongo
l’istituzione di una specie di San Patrignano per i celebro-lesi
caduti».
Avanti a destra, allora: Giorgia Meloni.
«Su di lei c’è un mistero».
Quale?
«Perché non dica chiaro e tondo: io sono antifascista. Ha
già detto che è atlantista, europeista, pro Ucraina. Quando le chiedono
dell’antifascismo, parte sempre con la supercazzola del passato
consegnato alla storia e così via. Ma dilla, ‘sta frase, no? Perché non
la dice?».
Perché mezzo partito non gradirebbe.
«E allora è
vero che con una classe dirigente di La Russa e Santanché assortiti non
va da nessuna parte. Crosetto ha detto proprio a La Stampa che gli
uomini per governare li hanno ma non sono noti. Sarà. Però ricordo che,
alle amministrative a Roma, Meloni ha candidato un impresentabile
tribuno radiofonico, oltretutto laziale. Ve lo ricordate Michetti? Vero
che, nella stessa tornata, a Milano Salvini ha candidato Bernardo, il
pediatra con la pistola caro a Ronzulli. Roba da matti».
Salvini e Berlusconi?
«Il Truce e il Banana? Gli
unici due veri antifascisti d’Italia, nel senso che come detestano loro
Giorgia non la detesta nessuno. Salvini in privato la chiama “Rita
Pavone”».
Però sono loro ad avere provocato le elezioni e il probabile ingresso di Meloni a Palazzo Chigi.
«A
Salvini qualcuno ha fatto presente che, continuando così, era
tutt’altro che certo che nel 2023 sarebbe stato ancora il segretario
della Lega. A Berlusconi le badanti Ronzulli e Fascina hanno fatto
balenare la possibilità di prendersi una rivincita, anche perché nel
frattempo Gianni Letta non viene più ascoltato, è stato estromesso dai
consiglieri. Ma il suo vero pensiero sugli alleati Silvio l’ha detto un
anno fa in un momento di residua lucidità: Meloni o Salvini a Palazzo
Chigi? Ma che scherziamo?».
Invece ci andranno. Ma un governo Meloni quanto durerebbe?
«Mah.
La destra vincerà per forza, con tutto l’aiuto che le sta dando la
sinistra… Ma questi non hanno capito che l’Italia è un Paese a sovranità
limitata. Dove si decide davvero, a Bruxelles o a Washington, l’idea
che vadano al potere a Roma due amiconi di Putin come Salvini e
Berlusconi non piace tanto. Mai le elezioni italiane saranno osservate
dall’intelligence di tutto il mondo come queste. Meloni ha sbagliato a
dare l’intervista alla Fox: è la tivù più vicina a Trump, invece di
rassicurare ha ulteriormente preoccupato i poteri forti. Ma basta che
Lagarde smetta di comprare Bot italiani e finiamo tutti con il sedere
per terra».
Non sembra molto ottimista.
«Per nulla. Siamo sull’orlo del burrone. Anzi, visto che sono al mare a Sabaudia, siamo sull’orlo del burino».
LA STAMPA
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