Femminicidi, emergenza senza fine: ma la legge è ferma in Parlamento
Francesco Grignetti
Pare un trend inarrestabile, un viaggio nell’orrore: il numero dei femminicidi in Italia continua ad aumentare. Secondo l’ultimissima rilevazione del ministero dell’Interno, quest’anno se ne contano ben 125, +15,7% rispetto all’anno precedente, quando erano stati 108, ma c’è da dire che era stato un anno tutto particolare perché segnato dalle restrizioni per la pandemia. Ormai c’è un femminicidio ogni 3 giorni.
Impressiona la percentuale crescente dei femminicidi, pari al 39,2% di tutti gli omicidi volontari registrati in dodici mesi nel nostro Paese (319). Un tempo non era così. E se in generale il numero degli omicidi in venti anni è diminuito di quattro volte, quello con vittime femminili è costante se non in lenta crescita. «Il diverso andamento degli omicidi di uomini e donne – segnala l’Istat, che tiene sotto controllo anche questa particolarissima statistica – ha dunque radicalmente modificato il rapporto tra i sessi. Per i maschi, sebbene l’incidenza degli omicidi si mantenga tuttora sempre nettamente maggiore rispetto alle femmine, i progressi sono stati molto visibili».
L’omicidio di una donna, in genere per mano di un partner o di un ex, è una costante della nostra cronaca nera. Sono storie che tendono ad assomigliarsi tutte. C’è sempre un uomo, che sia un marito o un compagno, che non si rassegna alla fine di una relazione e reagisce con un crescendo di violenze, fisiche e psicologiche, fino all’esito fatale. E sono generalmente delitti di cui si scopre subito il colpevole, o perché l’assassino si suicida o perché si consegna alle forze di polizia.
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