La trappola fatale dei due populismi

Con la nascita del terzo polo – questa sarebbe una grande novità – si renderebbe ancora più evidente l’esistenza di due diverse idee di centrosinistra: una che ha reciso da tempo il suo legame con il populismo ideologico e un’altra che nutre invece una attitudine nostalgica per un passato glorioso e una identità politico-culturale solida. E’ una divisione che nei fatti condiziona anche le scelte politiche di Letta che se per un verso è stato risoluto nello sciogliere ogni legame elettorale e politico con il M5S, per un altro verso ha stipulato accordi con una sinistra estranea di principio ad ogni cultura di governo. Sarebbe facile semplificare il ragionamento chiedendosi cosa c’entrino tra loro Cottarelli e Fratoianni. La nascita del “terzo polo” potrebbe essere allora una grande novità se riuscisse davvero ad incidere sull’intera area riformista nel nostro paese. Il problema è serio e riguarda probabilmente la storia politica del centrosinistra negli ultimi decenni, ovvero la compatibilità di una sinistra riformista non massimalista e non ideologica con una sinistra che non riesce a pensare il nostro tempo senza ricorrere a paradigmi ideologici, gli stessi che, per fare un altro esempio, hanno impedito l’approvazione della riforma costituzionale del 2016. Bisognerebbe allora avere il coraggio di portare sul monte le proprie ceneri, come invitava a fare lo Zarathustra di Nietzsche. Questo gesto renderebbe il terzo polo una grande novità destinata a durare. Se invece mancherà questo genere di respiro lungo, assisteremo, alle prime difficoltà, al triste e spesso penoso rituale degli adii.

LA STAMPA

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One Comment to “La trappola fatale dei due populismi”

  1. OSCAR MARCHEGGIANI ha detto:

    Si vis pacem para bellum

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