L’inazione è il peggiore dei cataclismi
Li chiamiamo disastri, come se fossero eventi sfavoriti dalle stelle e dagli dei, quando non sono altro che la logica conseguenza di azioni dei sapiens: bruciare combustibili fossili e consumare suolo non immaginando quanto questo sarà ricordato come un buon periodo, rispetto a quello che verrà. E il prezzo che stiamo pagando è quello dell’inazione, non avendo ancora nemmeno provato a contrastare le cause ultime, rinunciando alle fonti fossili, e neppure a mitigare gli effetti, piantando alberi, proteggendo gli oceani e rinaturalizzando territorio. Sono più di trent’anni che ripeto questi concetti, ma mentre all’inizio sembravano ipotesi pessimiste di ecologisti paranoici, oggi sono teorie scientifiche corroborate da miliardi di dati. E talmente grandi sono il dolore e il disgusto, che mi domando se valga ancora la pena di lottare contro lo sciocchezzaio urlante della politica che già sento salire dai condomini della nostra malafede.
LA STAMPA
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