Il suicidio politico dei partiti senza idee
Ma forse bisogna cominciare ad accettare il fatto che fosse una degenerazione, non la ragione per cui è meglio che tutto venga deciso dalle segreterie in modo da poter controllare bene le truppe una volta portate dentro le istituzioni. Dov’è il respiro? Dov’è l’apertura che pure il centrosinistra aveva promesso? Dove il rinnovamento, in liste di centrodestra dove riemergono – ancora – le fidanzate del capo: Marta Fascina non mancherà da quelle di Forza Italia anche se ha il 74,2 per cento di assenze in Parlamento. Mentre l’editore e re delle cliniche Antonio Angelucci lascia Silvio Berlusconi e stavolta corre con la Lega: presenze in Parlamento, alla sua terza legislatura, 3,34 per cento. Prima che tutto precipitasse, non c’era forza politica che non spiegasse quanto questa legge elettorale fosse dannosa per il sistema. Soprattutto dopo un taglio dei parlamentari votato per far nascere il governo giallo-rosso, il Conte 2, in tutta fretta. Senza preoccuparsi di armonizzare la riduzione con i procedimenti elettorali e i regolamenti parlamentari. Eppure nessuno ha mosso un dito. Meno sono i posti da spartire, più importante diventa controllarli. E’ un suicidio politico, che qualcuno scambia ancora per sopravvivenza.
LA STAMPA
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